Scultura

Frammento di semicolonna tortile

di Lapicida lombardo

Cronologia: XV secolo

Misure cm: 52 × 33 × 27

Materia e Tecnica: Marmo scolpito

N. Inventario: ST11

Il frammento marmoreo, risalente al Quattrocento e abbinato a un elemento analogo proveniente dalla stessa semicolonna tortile, appartiene alla serie di pezzi lapidei erratici reimpiegati nei muri esterni del Duomo, trovati durante i restauri che nel 1939 interessarono le pareti del secondo ordine del terrazzo sul lato meridionale, in prossimità della facciata.

Oggi esposta nella sala del Museo dedicata alle origini della Cattedrale (n. 3), l’opera è molto rovinata, con segni di rottura meccanica in diversi punti, consunzioni e sbrecciature superficiali; tale stato di conservazione consente comunque di stabilire che originariamente i due frammenti erano montati sovrapposti, in aderenza l’uno all’altro (si conservano infatti i fori di alloggiamento per i perni, di solito metallici).

Il frammento in oggetto è decorato sulla sua superficie da un nastro bordato con modanature lisce e a dentelli, e riempito da un cespo d’acanto che accoglie al centro una sorta di stelo, originariamente completato da un fiore per lato. Alla base del nastro, sulla destra, un mezzo grappolo d’uva appare da una foglia di vite.

L’intaglio deciso del nastro presenta spessori graduati, così come il fogliame risulta caratterizzato da un modellato carnoso.

Inizialmente, la provenienza originaria del frammento è stata ricondotta al portale centrale di Santa Maria Maggiore, l’antica basilica utilizzata durante i mesi invernali che, insieme a quella estiva di Santa Tecla, si trovava nell’area oggi occupata dal Duomo e dalla sua piazza. Attestata nel IX secolo e probabilmente ricostruita nel XII, Santa Maria Maggiore fu via via demolita con il procedere del cantiere della nuova Cattedrale, e la sua facciata divenne per due secoli quella provvisoria del Duomo, definitivamente abbattuta nel 1683.

Studi recenti affermano che le diverse riproduzioni a noi giunte di Santa Maria Maggiore, realizzate in marmo o restituite da miniature e dipinti fra Trecento e Seicento, non sono così curate nel dettaglio da consentire di confermare la provenienza dall’antica chiesa del frammento.

È più probabile che la semicolonna alla quale appartenevano i due frammenti, murata su un lato, facesse forse parte di un monumento funerario, come sostegno a parete della cassa parallelepipeda o della copertura superiore (una sorta di baldacchino).