Modelli scultorei

Giuditta e Oloferne

di Vismara Gaspare (Milano, ? - 1651)

Cronologia: 1639

Misure cm: 51 × 82 × 18

Materia e Tecnica: Terracotta a rilievo

N. Inventario: MR710

L’opera, raffigurante “Giuditta e Oloferne” ed esposta in Museo presso la sala dedicata all’età borromaica (n. 10), appartiene al ciclo dei cinque modelli in terracotta per i rilievi marmorei con soggetti dell’Antico Testamento situati sulle sovrapporte del Duomo.

Essi furono elaborati a partire da dipinti preparatori di Giovanni Battista Crespi detto il Cerano (1628-1629), anch’essi in Museo, e commissionati dalla Veneranda Fabbrica agli scultori Gaspare Vismara, Giovanni Andrea Biffi e Giovan Pietro Lasagna.

Come le tempere su tela del Cerano, sensibile interprete artistico del clima della Controriforma e già autore, per il Duomo, di alcuni dei celebri quadroni con i “Fatti” (1602-1603) e i “Miracoli” (1610) della vita di san Carlo Borromeo, anche i modelli in terracotta sono dedicati a personaggi femminili della Bibbia ritenuti prefigurazioni della Vergine Maria, alla quale la Cattedrale è dedicata: Eva, madre del genere umano, e le quattro eroine che secondo le Scritture hanno avuto un ruolo determinante nel cammino del popolo di Israele verso la salvezza (la regina di Saba, Giuditta, Giaele ed Ester).

Il modello rettangolare con “Giuditta e Oloferne”, risalente al 1639, fu con molta probabilità eseguito da Gaspare Vismara, all’epoca protostatuario (cioè capo scultore) del Duomo, subentrato al collega Gerolamo Prevosto dopo la morte di quest’ultimo. Esso rappresenta il momento in cui Giuditta, giovane vedova di origine ebraica, sta per decapitare il generale assiro Oloferne mentre egli è addormentato nella sua tenda.

La composizione, speculare a quella presente nel modello con “Giaele e Sisara” di Giovan Pietro Lasagna (1629), è incentrata sulla figura di Giuditta, seduta al centro della scena sul corpo di Oloferne con la spada nella mano destra e l’altra a fermare il braccio sinistro dell’oppressore.

Dietro Giuditta si trova l’anziana schiava Abra, intenta a osservare la scena mentre sposta un lembo del lenzuolo che copre Oloferne; sullo sfondo dell’episodio, ambientato in una tenda, campeggiano elementi di un’armatura (a sinistra).

Rispetto al dipinto preparatorio di Cerano, anch’esso custodito presso il Museo del Duomo, il modello in terracotta di Vismara presenta numerose variazioni: Giuditta ha il volto orientato verso la sua destra, il busto è alleggerito e la mano sinistra risulta semplificata. Inoltre, la fisionomia del volto di Oloferne è più sommaria, mentre il suo braccio destro appare nascosto sotto il capo anziché a vista, presumibilmente per esigenze di misure. Infine, il capo di Abra denota modifiche sia nell’orientamento sia nelle fattezze.

La maggiore levigatezza della versione marmorea, completata sempre da Vismara per la seconda sovrapporta a sud del Duomo, porta con sé anche una sostanziale regolarizzazione rispetto al modello di Cerano, oltre a una semplificazione del fondale evidente anche nella terracotta.