La formella, datata 1966 ed esposta in Museo presso la sala dedicata al Novecento (n. 20), è la fusione bronzea dell’esemplare in gesso eseguito nel 1951 da Luciano Minguzzi per la quinta porta del Duomo, cioè la prima da destra guardando la facciata.
Nel 1950 la Veneranda Fabbrica del Duomo aveva infatti indetto un concorso nazionale per la realizzazione della porta, l’ultima mancante dopo quella centrale di Lodovico Pogliaghi (1906) e le tre laterali di Arrigo Minerbi, Giannino Castiglioni e Franco Lombardi (1948-1950).
Ciascun partecipante era tenuto a presentare un bozzetto della porta in scala ridotta, avente come tema “Origine e vicende del Duomo”, e un particolare di dimensioni reali, entrambi in gesso; la proposta di Minguzzi, scultore formatosi all’Accademia delle Belle Arti di Bologna e impegnato in una ricerca basata su una figurazione densa di accenti espressivi ed esistenziali, risultò essere fra le sette giudicate migliori insieme a quelle, fra le altre, di Lucio Fontana.
La formella al vero, oggi esposta al Museo del Duomo nella sua versione in bronzo, rappresenta “Il cardinale Federico Borromeo fra gli appestati” durante la terribile epidemia del 1630, raccontata da Alessandro Manzoni ne “I promessi sposi”.
Di forma rettangolare e racchiusa da una cornice, l’opera presenta il cardinale Borromeo in primo piano, leggermente decentrato verso destra e genuflesso mentre accoglie fra le sue mani quelle di un appestato: dietro quest’ultimo si stagliano altri due malati, mentre sullo sfondo di una foresta popolata da gufi due frati rifuggono gli appestati (a destra) e un terzo si tura il naso, seminascosto dietro a un albero (a sinistra).
Lo stile particolare della formella in gesso del 1951 suscitò un ampio dibattito all’interno della commissione giudicatrice del concorso per la quinta porta, secondo la quale Minguzzi aveva optato per una raffigurazione eccessivamente grottesca degli appestati e dei frati invece di evidenziare l’opera di pietà del cardinale.
La questione si protrasse a lungo: infatti, anche se nel 1957 lo scultore aveva comunque ricevuto dalla Fabbrica l’incarico ufficiale per l’esecuzione della porta, ancora nel 1962 la commissione si interrogava sull’opportunità o meno di accettare la scena. Infine, l’anno seguente, Minguzzi decise di cambiarne il soggetto, dedicando la formella all’assistenza prestata da san Carlo Borromeo agli appestati nel biennio 1576-1577.
La quinta porta fu così conclusa e inaugurata il 6 gennaio 1965, mentre la formella con “Il cardinale Federico Borromeo fra gli appestati” fu ceduta dall’autore alla Fabbrica per la fusione in bronzo destinata al Museo.