La scultura, datata 1964, è la fusione bronzea dell’esemplare in gesso eseguito fra 1958 e 1963 da Luciano Minguzzi per la quinta porta del Duomo, cioè la prima a destra in facciata.
Nel 1950 la Veneranda Fabbrica del Duomo aveva infatti indetto un concorso nazionale per la realizzazione della porta, l’ultima mancante dopo quella centrale di Lodovico Pogliaghi (1906) e le tre laterali di Arrigo Minerbi, Giannino Castiglioni e Franco Lombardi (1948-1950).
Avente come tema “Origine e vicende del Duomo”, dopo un percorso lungo e complesso la porta fu eseguita fra 1957 e 1964 da Luciano Minguzzi, scultore formatosi all’Accademia delle Belle Arti di Bologna e impegnato in una ricerca basata su una figurazione densa di accenti espressivi: uno stile ben esemplificato dalla scultura bronzea dell'”Assunta”, che in origine avrebbe dovuto trovarsi al centro dell’architrave insieme a sei personaggi chiave della storia plurisecolare del Duomo (Antonio da Saluzzo, Martino V, Pio XII, Ildefonso Schuster, san Carlo Borromeo e Gian Galeazzo Visconti).
l’opera rappresenta la Vergine nel momento dell’Assunzione, cioè della sua ascesa al cielo.
La figura, protesa verso l’alto, ha le mani sottili giunte in preghiera e il volto con gli occhi chiusi e la bocca semiaperta, mentre il capo è coperto da un velo i cui lembi laterali risultano agitati dal vento come la veste rigonfia, che lascia i piedi scoperti. Al di sopra del velo, il capo dell'”Assunta” è circondato da un’aureola decorata con incisioni.
La scultura era stata richiesta all’autore dopo che un primo bozzetto in gesso (1958-1961) non aveva incontrato il favore della commissione giudicatrice della Fabbrica: essa non fu però mai collocata sulla quinta porta, perché si decise di sostituirla con lo stemma papale di Paolo VI.
Entrata quindi a far parte della collezione del Museo del Duomo, l’opera risulta oggi depositata; una sua copia è stata donata al Museo Baroffio del Sacro Monte sopra Varese da Monsignor Pasquale Macchi, già segretario personale di Paolo VI.