L’opera, esposta in Museo all’interno di una delle sale dedicate al Tesoro del Duomo (n. 1), appartiene a un gruppo di tre statuette in rame dorato, comprendente la Madonna con il Bambino affiancata da due angeli. Impreziosito da cristalli e pietre, in origine il gruppo era ornato anche da smalti e prevedeva un tabernacolo oggi perduto.
Datato agli inizi del Quattrocento, anche se il dibattito fra gli studiosi non è ancora concluso, il gruppo fu probabilmente donato da papa Pio IV al Tesoro della cappella ducale di San Gottardo; da qui entrò in Duomo, dove nel 1595 decorava l’altare dedicato alla Vergine Assunta e a san Giacomo Apostolo.
Secondo gli studiosi, il gruppo potrebbe essere frutto di un assemblaggio di elementi eseguiti in momenti diversi: infatti, sei i due angeli sono stilisticamente simili e realizzati nello stesso modo, la Madonna e il Bambino risultano diversi anche tra di loro.
Il Figlio, in particolare, è molto più realistico della Madre, il cui volto dai grandi occhi ricorda quello della testa del “Padre Eterno” in rame dorato (1416-1425), anch’essa esposta presso il Museo del Duomo e attribuita all’orafo Beltramino de Zutti. Quest’ultimo potrebbe aver contribuito all’adattamento dell’intero gruppo, aggiungendo teste e mani a statuette preesistenti.
La Madonna con il Bambino, nello specifico, si compone di 11 pezzi connessi fra loro: entrambe le figure portano la corona e hanno lo sguardo solennemente rivolto verso l’orizzonte. Inoltre, il Figlio presenta mani e avambracci proporzionalmente più grandi rispetto al corpo, che a sua volta si relaziona in modo non del tutto congruente con quello della Madre.
In corrispondenza del petto, la veste della Madonna è decorata con otto cristalli in castone a fascia e da otto sferule in materiale rosato che sottolineano lo splendore del rame dorato, mentre la pettorina, i bordi delle maniche e il manto recano incisioni ornamentali con soluzioni decorative geometrizzanti, fiori a losanga e ovali con quadrilobi iscritti.