La mensola in legno intagliato e dorato, databile fra 1609 e 1610, era posta fino agli inizi del Novecento a sostegno dell’altare maggiore del Duomo, insieme ad altri tre esemplari. In particolare, l’opera si trovava sotto il lato anteriore della mensa, internamente, e risulta oggi custodita presso i depositi della Veneranda Fabbrica.
L’opera è formata da una lesena, conclusa in alto e in basso con due volute che nella parte superiore hanno intagliata una testa di cherubino e in quella inferiore una maschera grottesca.
Al centro si trova un putto a tutto tondo, in atto di sostenere la voluta superiore.
Gli studiosi hanno ipotizzato che la mensola, come gli altri tre esemplari, sia stata realizzata da Giovan Battista Mangone, architetto e intagliatore in legno attivo presso la Cattedrale fra la fine del Cinquecento e la prima metà del Seicento. Gli intagli delle mensole sono infatti affini a quelli dell’armadio reliquiario della sacrestia capitolare del Duomo eseguito da Mangone (1585-1604): nello specifico le teste di cherubini, che nell’armadio intervallano i girali fitomorfi del cornicione, vanno confrontati con quelle intagliate alla sommità delle mensole.
Altrettanto convincente è il confronto con i motivi a cartoccio e la testina di cherubino presenti nella formella del coro ligneo con “Sant’Ambrogio dice messa col clero”, pagata a Mangone nel 1614. Va infine notata l’affinità del disegno delle mensole con quello delle due lesene figurate con putti e ghirlande che dividono la zona degli armadi da quella degli stalli corali nella sacrestia nuova della Certosa di Pavia, assegnati dai documenti a Virgilio del Conte e Giovanni Taurino verso il 1615: opere, queste ultime, che condividono con quelle di Mangone lo stesso clima culturale, benché appaiano più raffinate sia nell’invenzione dei motivi decorativi sia nell’esecuzione.