Scultura

Mensola con falene

di Scultore ignoto

Cronologia: Ultimo decennio del XIV-inizi del XV secolo

Misure cm: 43 × 60 × 53

Materia e Tecnica: Marmo di Candoglia a rilievo

N. Inventario: ST32

Databile tra la fine del Quattrocento e l’inizio del Cinquecento, la “Mensola con falene” proviene dall’esterno del Duomo, nello specifico dal braccio di croce meridionale: eseguita da un anonimo scultore, essa reggeva in origine una statua quattrocentesca raffigurante “Sant’Antonio abate”. Rimossa dalla Cattedrale per ragioni conservative e sostituita da una copia, dal 2013 la mensola è esposta presso la sala del Museo dedicata all’epoca viscontea (n. 4).

L’opera, posta davanti a una porzione di muro, appare costituita da un elemento superiore a sei lati decorati da falene con le ali aperte, che si restringe verso il basso; una fascia liscia lo collega alla base in forma di fiore, con petali carnosi e lunghi stami.

Minuziosamente descritte nelle antenne filiformi e nelle ali smerlate tangenti tra loro, a formare un motivo geometrico, le falene della mensola ricordano le aggraziate farfalle dipinte a miniatura da Giovannino de’ Grassi: quest’ultimo, architetto, scultore, pittore e miniatore, fu ingegnere stabile della Veneranda Fabbrica dal 1391, occupandosi della costruzione e della decorazione scultorea di crociera e coro.

Ma la sua fama deriva principalmente dall’attività di miniatore e disegnatore di punta del gotico internazionale, grazie alle ricchezza inventiva e ornamentale delle sue creazioni, contraddistinte da colori raffinati ed eleganza del disegno. La penetrante osservazione del mondo della natura di Giovannino, espressa nelle sue illustrazioni, è testimoniata dal celebre “Taccuino” di Bergamo (Bergamo, Biblioteca Civica) e dall'”Uffiziolo” miniato per Gian Galeazzo Visconti (Firenze, Biblioteca Nazionale).