Databile agli inizi del Quattrocento, la “Mensola con profeta” proviene dall’esterno del Duomo, nello specifico dal lato destro del finestrone centrale dell’abside: eseguita da un anonimo scultore, essa reggeva in origine una statua seicentesca raffigurante “San Gioacchino”. Rimossa dalla Cattedrale per ragioni conservative e sostituita da una copia, dal 2013 la mensola è esposta in Museo presso la sala dedicata all’epoca viscontea (n. 4).
L’opera appare costituita da un elemento superiore a tre lati, sotto cui è raffigurato un profeta su un tappeto di foglie
carnose. Alla destra dell’osservatore si trova inoltre una porzione di muro che ricorda l’andamento di una colonna.
Il personaggio, caratterizzato da volto pieno, naso pronunciato e occhi socchiusi, si tocca pensoso la folta barba con la mano destra, mentre la sinistra regge un lungo cartiglio privo di iscrizioni, terminante con un ampio ricciolo.
Il mantello, tagliato con abbondanza di stoffa, copre il capo, e sulla sinistra scende molle formando ridondanti pieghe.
Per quanto riguarda l’autore, gli studiosi hanno ipotizzato che possa essere riconosciuto in un allievo di Jacopino da Tradate, dal 1415 scultore a vita presso il cantiere del Duomo e posto a capo di una bottega di formazione di giovani lapicidi. Al 1424 risale la sua statua marmorea di papa Martino V nel tornacoro, dalla quale emergono sia un’interpretazione classicheggiante della pienezza lombarda, come testimonia la morbida ricchezza del panneggio, sia una forte tensione naturalistica, che indaga tanto i particolari naturalistici quanto la psicologia del soggetto rappresentato.
Più di recente, è stato inoltre sottolineato quanto la “Mensola con profeta” riveli attenzione anche per le opere di inizio Quattrocento di Alberto da Campione: appartenente a un gruppo di scultori, architetti e lapicidi originari delle zone di Campione, Lugano e dei laghi lombardi attivi tra il XII e il XIV secolo in vari centri dell’Italia settentrionale, Antonio eseguì per la Cattedrale varie opere.
Si veda, per esempio, oltre alla scultura dell'”Arcangelo Gabriele” posta al centro del finestrone absidale del Duomo (1404), il “Doccione con fanciullo” a lui attribuito, anch’esso esposto in Museo come la “Mensola”.