Questo raffinato ostensorio, arredo sacro del rito cattolico che serve a esporre all’adorazione dei fedeli o a portare in processione l’ostia consacrata, appartiene alla tipologia ambrosiana con teca a forma di tempietto gotico.
Proveniente dalla chiesa parrocchiale di San Pietro Martire a Onno, località comasca dalla quale prende il nome, fu donato dall’arcivescovo Alfredo Ildefonso Schuster nel 1935 al Tesoro del Duomo. Dal 2013 è esposto in Museo all’interno di una delle sale dedicate appunto al Tesoro (n. 2).
Probabilmente eseguito da una bottega dell’area lariana intorno alla metà del Quattrocento, l’ostensorio è in rame dorato e poggia su una base esalobata con alto gradino traforato, corredata da incisioni a motivi vegetali. Un nodo architettonico di gusto goticheggiante collega la base alla teca in vetro, contenente la lunetta d’argento dorato per il sostegno dell’ostia e sormontata da un coperchio: quest’ultimo, dalla forma a cuspide, è decorato da un motivo a tralcio ondulato e culmina con un globo sul quale poggia il Crocifisso.
Forse restaurato alla metà del Settecento, l’ostensorio venne sottoposto nel 1935 per volontà dell’arcivescovo Schuster a un ulteriore intervento conservativo, durante il quale furono forse realizzate le placchette che formano le sei facce del nodo architettonico; la circostanza è ricordata da un’incisione in latino riportata su una medaglia, inserita nella parte inferiore della base.