Capolavoro dell’oreficeria gotica lombarda, la monumentale testa del “Padre eterno” (1416-1425) in rame argentato e dorato decorava la serraglia del catino absidale del Duomo, cioè l’elemento architettonico centrale situato all’incrocio delle volte.
Originariamente prevista come scultura in marmo di Candoglia, il marmo del Duomo, l’opera fu infine eseguita in metallo, affinché il suo splendore nella penombra della Cattedrale catturasse gli sguardi dei fedeli che l’avrebbero ammirata dal basso.
Per realizzare un’opera di tale importanza la Veneranda Fabbrica incaricò Beltramino de Zutti, maestro orefice documentato dal 1404 al 1434 che in virtù della sua maestria ricoprì anche la carica di priore della Scuola degli Orafi di Milano. Ad affiancarlo nell’impresa il collega Giovannolo da Seregno, autore dei nove “Angeli musicanti” che circondavano l’elemento maggiore insieme a nubi e raggi di luce.
Opera particolarmente significativa all’interno del programma iconografico e devozionale del Duomo, la testa del “Padre eterno” simboleggia la chiave di volta dell’intero universo: a quasi sei secoli dalla sua realizzazione, il volto ieratico e potente del Creatore continua a coinvolgere l’osservatore sia per l’eccezionalità tipologica e di formato sia per l’elegante precisione con cui sono descritte sopracciglia, iridi, pupille e il fiammeggiante groviglio della barba e dei capelli.
Collocata in Cattedrale nel 1426 e rinnovata più volte nella doratura fra Cinquecento e Seicento, nel 1827 l’opera fu restaurata sostituendo gli elementi di contorno con una cornice rotonda, un brano di panneggio e un’aureola triangolare intorno alla testa di Dio, emblema della Trinità.
Consapevole dell’alto valore artistico e simbolico della testa del “Padre eterno”, per la sua salvaguardia nel 1964 la Fabbrica decise di rimuoverla dal catino absidale della Cattedrale e di esporla in Museo, dove si trova tuttora libera dalle aggiunte ottocentesche nella sala dedicata all’epoca viscontea (n. 4).
Al contempo, per non lasciare sguarnita la serraglia, nel 1965 si provvide a far realizzare una replica dell’opera: nello specifico, le esperte maestranze della Fabbrica crearono con grande cura le copie in gesso della testa e della cornice, in seguito affidate a realtà esterne per l’esecuzione delle versioni metalliche da ricollocare in Cattedrale.
Infine, dopo essere stata sottoposta a una doratura in foglia d’oro e a una patinatura in rame per accrescerne la fedeltà all’originale, l’11 marzo 1965 la replica in bronzo e rame della testa del “Padre eterno” fu posizionata in Duomo.