Scultura

Paride

di Scultori lombardi

Cronologia: Prima metà del XVI secolo (corpo); XVII-XVIII secolo (testa)

Misure cm: 123 × 57 × 32

Materia e Tecnica: Marmo di Candoglia a tuttotondo

N. Inventario: ST142

Raffigurante forse “Paride”, la scultura in marmo di Candoglia proviene da una guglia dell’area absidale del Duomo. Spostata in seguito all’interno della Cattedrale, nel 1953 l’opera è entrata in Museo, dove si trova oggi esposta nella sala dedicata all’età sforzesca (n. 7).

La statua deriva dall’assemblaggio di parti diverse, plausibilmente eseguite da due ignoti scultori lombardi influenzati dall’antichità classica: il corpo, databile alla prima metà del Cinquecento, e la testa, riferibile al Seicento o al Settecento.

La probabile identificazione del soggetto con Paride, eroe greco che scelse Afrodite come la più bella fra le dee, è dovuta alle fonti, secondo cui in origine la statua reggeva nella mano destra un pomo, simbolo del suo giudizio.

L’opera rappresenta un giovane ignudo dalla capigliatura ricciuta e lo sguardo intenso, rivolto verso la sua destra. Il capo risulta coperto da un elmo.

Il corpo dalla muscolatura rilevata appare lacunoso: sono infatti mancanti gli avambracci e la parte inferiore delle gambe. Sull’omero un elemento sporgente fa pensare che lì si appoggiasse un’asta sostenuta dal braccio sinistro ripiegato.