Il piedestallo, eseguito in marmo di Candoglia nel 1580 circa da un ignoto scultore lombardo, è oggi esposto in Museo nella sala dedicata all’età borromaica (n. 10).
L’opera si configura come un piedestallo esagonale decorato su ogni lato da altrettanti mascheroni, uno diverso dall’altro.
Il piedestallo è completato da due cornici, una inferiore e una superiore: quest’ultima presenta un ulteriore elemento aggettante sovrapposto, di forma ottagonale.
L’opera fungeva da base alla scultura raffigurante “Eva” di Giovan Angelo Marini detto il Siciliano (1563-1565), quando quest’ultima era collocata sul terrazzino della sacrestia meridionale del Duomo; un piedestallo del tutto simile sosteneva la statua di “Adamo” (1502-1503), scolpita da Cristoforo Solari detto il Gobbo e un tempo situata sul terrazzino della sacrestia settentrionale. Entrambe le opere sono attualmente esposte in Museo, la “Eva” nella stessa sala del suo piedestallo (n. 10) e l'”Adamo” in quella dedicata al classicismo lombardo (n. 8).
Secondo gli studiosi non sembra vi siano elementi per ipotizzare che il piedestallo della “Eva” sia quello originale, mentre lo stile dei mascheroni che lo decorano è compatibile con la sua datazione verso gli anni Ottanta del Cinquecento.