Scultura

Pinnacolo con animali

di Scultore ignoto

Cronologia: Fine del XIV-inizi del XV secolo

Misure cm: 128 × 40 × 40

Materia e Tecnica: Marmo di Candoglia a tuttotondo

N. Inventario: ST22

Il caratteristico pinnacolo con animali in marmo di Candoglia, eseguito da un ignoto scultore tra la fine del Trecento e l’inizio del Quattrocento, proviene dalla falconatura, cioè il coronamento, della zona absidale del Duomo.

Il pinnacolo, elemento decorativo che riproduce in scala minore lo schema geometrico delle guglie del Duomo, si trova oggi nella sala del Museo dedicata alle origini della Cattedrale (n. 3): di forma piramidale, esso è caratterizzato alla base da quattro ghimberghe, alti frontoni appuntiti tipici dell’architettura gotica, che insinuano le loro gattonature lungo gli spigoli. Con il termine gattonatura si intendono i motivi decorativi a forma di fiore o foglia rampante la cui funzione è quella di sottolineare la verticalità degli elementi che accompagnano.

Il pinnacolo è inoltre ornato da numerose figure di scimmiette e topolini che s’inerpicano lungo ogni profilo, conferendo all’opera un singolare naturalismo ricondotto dagli studiosi all’ambito di Giovannino de’ Grassi. Architetto, scultore, pittore e miniatore, egli fu ingegnere stabile della Veneranda Fabbrica dal 1391, occupandosi della costruzione e della decorazione scultorea di crociera e coro.

Ma la sua fama deriva principalmente dall’attività di miniatore e disegnatore di punta del gotico internazionale, grazie alla ricchezza inventiva e ornamentale delle sue creazioni, contraddistinte da colori raffinati ed eleganza del disegno. La penetrante osservazione del mondo della natura di Giovannino, espressa nelle sue illustrazioni, è testimoniata dal celebre “Taccuino” di Bergamo (Bergamo, Biblioteca Civica) e dall'”Uffiziolo” miniato per Gian Galeazzo Visconti (Firenze, Biblioteca Nazionale).

Non a caso, la genialità e la libertà che caratterizzano l’invenzione del pinnacolo del Duomo sono state collegate a probabili disegni del maestro.