Il rilievo in terracotta, datato 1601 e oggi esposto in Museo presso la sala dedicata all’età borromaica (n. 10), appartiene al ciclo dei modelli preparatori per i 17 rilievi marmorei con le “Storie della Vergine” destinati alla cinta del coro del Duomo.
Di dimensioni rettangolari, l’opera raffigura la “Presentazione della Vergine al tempio”, durante cui Maria bambina si consacrò a Dio. La futura madre di Gesù, in posizione centrale, è colta nell’atto di salire le scale, dove davanti all’altare la attende a braccia aperte un sacerdote, circondato da altri personaggi.
In primo piano vari astanti osservano la scena, raggruppati sui due lati.
Sullo sfondo, aperto prospetticamente sull’esterno da un arco a tutto sesto, si intravedono altre figure accorse per l’occasione.
In base alle fonti d’archivio, gli studiosi hanno ricondotto il modello a Giovan Andrea Biffi, che insieme ad altri colleghi eseguì le versioni preparatorie in terracotta e quelle definitive in marmo di Carrara dei rilievi con le “Storie della Vergine”, costituenti uno dei più importanti cicli lombardi dell’arte plastica di primo Seicento. In queste pregevoli sculture, infatti, permangono ancora modalità compositive ed espressive tipicamente tardo-manieristiche.
Per quanto riguarda il modello di Biffi con la “Presentazione della Vergine al tempio”, realizzato in marmo fra 1612 e 1615 e di dimensioni quasi doppie rispetto agli altri rilievi, la critica ha osservato la stretta relazione dell’opera con lo stile del pittore Camillo Procaccini, autore del disegno preparatorio. Nello specifico, la costruzione dello spazio del modello di Biffi è analoga a quella di varie opere pittoriche di Procaccini: si vedano per esempio la “Presentazione” in Santa Maria del Carmine a Milano e quella del seminario di Venegono, ma anche le ante dell’organo del Duomo con “Davide che placa Saul con il suono dell’arpa”, dipinte da Camillo nel biennio 1597-1599.
L’influenza esercitata dai dipinti di Procaccini si avverte anche negli altri modelli di Biffi esposti in Museo (“Visitazione”, “Purificazione”, “Assunzione”, “Fuga in Egitto”, “Gesù tra i dottori”), dove pur tenendo fede al proprio stile lo scultore guarda al pittore sia nelle ambientazioni sia per le pose e l’abbigliamento dei personaggi.