Scultura

Profeta

di Scultore renano

Cronologia: Primo decennio del XV secolo

Misure cm: 63 × 21 × 21

Materia e Tecnica: Marmo di Candoglia a tuttotondo

N. Inventario: ST108

Raffigurante un “Profeta”, la scultura in marmo di Candoglia è databile al primo decennio del Quattrocento. Proveniente dal capitello di un pilone nel braccio sinistro del capocroce del Duomo, si trova oggi esposta in Museo presso la sala n. 6, dedicata appunto alle statuette dei capitelli dei piloni.

Il “Profeta” trattiene e indica con la mano destra un cartiglio, che srotola con la sinistra. Il viso allungato mostra tratti accigliati: occhi infossati, naso dal setto ristretto e dalle narici allargate, bocca seminascosta dai baffi e dalla corta barba. Sopra la fronte alta i capelli ondulati, pettinati in ciocche simmetriche, ricadono all’indietro sulla schiena.

Il corpo, enfatizzato da una forte inarcatura a sinistra del personaggio, risulta coperto da una lunga veste e un ampio mantello che, sovrabbondante, è in parte raccolto sul braccio destro. Aguzzi panneggi solcano le vesti con ripiegamenti nello scollo e molteplici risvolti sulla base.

Per quanto riguarda l’autore, gli studiosi hanno attribuito il “Profeta” a uno scultore renano prossimo a Walter Monich, artista tedesco originario di Monaco attivo per il Duomo tra la fine del Trecento e l’inizio del secolo successivo. In particolare, dal 1403 al 1407 Walter ricoprì in Cattedrale l’importante ruolo di caposquadra dei lapicidi, cioè gli artisti che si occupavano soprattutto delle sculture e dei bassorilievi destinati a capitelli, portali ecc.; sue opere esposte in Museo sono un “San Giovanni evangelista” (1406 circa) e un “San Giuda Taddeo” (1405-1409 circa).