Tesoro

Reliquiario

di Bottega siciliana

Cronologia: XVI secolo

Misure cm: 41 × 11,9

Materia e Tecnica: Argento in lastra, dorato, rame dorato

N. Inventario: T21

Questo particolare reliquiario in argento e rame dorato, dono di papa Paolo VI al Tesoro del Duomo (1965), è custodito in Museo dal 1977, dove si trova tuttora all’interno di una delle sale dedicate appunto al Tesoro (n. 2).

Inizialmente attribuito dagli studiosi a orafi umbro-toscani degli ultimi decenni del XV secolo, in tempi più recenti l’oggetto è stato identificato come prodotto di maestranze siciliane del Cinquecento: esso presenta una teca a sagoma di tempietto esagono ovale, forse proveniente da un ostensorio, dotata di un portello incernierato e di aperture sovrastate da archi inflessi. Fiancheggiata da otto gugliette, la struttura è inoltre sormontata da un fastigio con pinnacoli e basamento gradinato, al di sopra del quale spicca una lunetta a giorno siglata da una piccola croce greca.

Sul basamento si trovano un piccolo calice e i piedi di una statuetta, elementi di una perduta composizione raffigurante il Sangue del Cristo Redentore: caratteristica della Confraternita del Corpo di Cristo o del Santissimo Sacramento, tale iconografia prevede Gesù risorto, mentre dal costato sgorga un fiotto di sangue raccolto nel calice posizionato a terra.

Il sostegno del reliquiario si compone invece di un piede polilobato, a sezione ellittica, con specchiature rilevate “a goccia”, cesellate da un motivo a rigatura; il gradino dello zoccolo è a giorno, mentre il fusto risulta scandito da un nodo a tempietto, con sei gugliette e tetto “imbriacato”.

Per quanto riguarda il versante stilistico, i motivi architettonici e la sagoma dell’arco ribassato con sommità a punta appaiono declinati secondo modalità spagnola catalana nelle forme goticheggianti tipiche dell’oreficeria siciliana fra Quattrocento e Seicento; lo stesso vale per la base polilobata con balconata a traforo e il piede scandito da costoloni in rilievo.

In particolare, le soluzioni osservabili nel sostegno sono pressoché identiche a quelle che contraddistinguono il calice della chiesa di Gesù Bambino a Fiumara di Muro (Reggio Calabria), anch’esso ascritto a maestri siciliani della prima metà del XVI secolo.