Il modello in gesso è oggi esposto in Museo nella sala intitolata alla Galleria di Camposanto (n. 14), luogo nel quale dal Seicento in poi la Veneranda Fabbrica ha custodito i gessi e le terrecotte preparatori delle statue elaborate per il Duomo.
Datata 1867, l’opera raffigura “Ruth”, protagonista dell’omonimo libro della Bibbia. Antenata di re Davide e dello stesso Gesù, rimasta vedova di un israelita la moabita Ruth si trasferì a Betlemme, dove visse spigolando nei campi. Qui, seguendo la legge ebraica, sposò Booz, un parente del marito.
Il modello del Museo del Duomo rappresenta Ruth come una giovane donna con lo sguardo assorto rivolto verso il basso. I suoi lunghi capelli sono parzialmente coperti da un turbante legato sotto il mento.
Abbigliata con una tunica stretta sotto la vita da una fusciacca e un manto fissato con una corda sul petto, la figura regge nella mano sinistra un mazzo di spighe di grano; la destra, distesa lungo il fianco corrispondente, risulta mancante di alcune dita.
Ruth poggia i piedi scalzi su un alto basamento con inscritto il suo nome, sul quale a destra del personaggio sono visibili alcune fascine di grano.
Eseguita come modello per una versione marmorea destinata a un finestrone dell’area absidale del Duomo, l’opera è stata ricondotta dagli studiosi a Cesare Bazzoni. Originario di Lezzeno, presso Como, quest’ultimo si formò all’Accademia di Brera nell’ambiente neoclassico rappresentato da Pompeo Marchesi e Benedetto Cacciatori.
Molto attivo nel settore della scultura funeraria, Bazzoni lavorò per la Cattedrale dal 1860 al 1867, eseguendo varie statue: fra esse spicca quella raffigurante “Sant’Afra” (1865), collocata presso uno dei finestroni del fianco meridionale. Il relativo modello in gesso (1864-1865) può essere ammirato in Museo nella sala dedicata all’Ottocento (n. 17).