Il rilievo in terracotta, datato 1797 e oggi custodito presso il deposito del Museo, raffigura il “Sacrificio di Gedeone”.
Quest’ultimo, secondo il racconto biblico, era il quinto Giudice degli Israeliti, destinato da Dio a liberare la sua gente dalle razzie dei popoli vicini. Titubante davanti a una missione di tale importanza, Gedeone chiese un segno del favore divino: il Signore inviò allora un angelo, che prodigiosamente infuocò il sacrificio offerto dal Giudice.
L’opera, di forma pressoché quadrata, rappresenta Gedeone sulla sinistra della scena, con il braccio destro recante un’anfora e il sinistro sollevato in un gesto di stupore. Davanti a lui, presso un albero, l’angelo stante con l’ala sinistra piegata tocca con un bastone nella mano destra la roccia su cui Gedeone ha preparato il sacrificio, dandola alle fiamme. Entrambi i personaggi sono abbigliati con tuniche che ne coprono parzialmente i corpi.
Gli studiosi hanno ricondotto il rilievo a Carlo Maria Giudici: protostatuario (cioè scultore capo) del Duomo dal 1789 al 1804, egli eseguì anche la versione in marmo di Candoglia destinata alla parte inferiore sinistra della facciata (1797 circa).