La statuetta in gesso, oggi custodita nel deposito del Museo, raffigura “San Biagio” (IV secolo): vescovo e martire di Sebaste, in Armenia, è noto per avere miracolosamente salvato un bimbo cui si era conficcata una lisca in gola.
La statuetta del Museo del Duomo rappresenta il santo come un vescovo barbato dallo sguardo assorto, rivolto leggermente verso la sua destra.
Abbigliato con mitra sul capo, tunica, casula e stola decorata da croci, egli è colto nell’atto di accogliere il bambino da lui guarito: quest’ultimo, rappresentato di spalle e semicoperto da un drappo, volge lo sguardo verso il santo e ha il braccio sinistro parzialmente mutilo.
San Biagio regge nella mano sinistra il pastorale e la palma del martirio, mentre la destra è protesa verso il bambino. Il piede sinistro, avanzato rispetto al destro, risulta invece posato sopra il pettine di ferro impiegato dai suoi aguzzini.
Entrambe le figure poggiano su un basamento poligonale con inscritto il nome del santo.
Eseguita nel 1936 come modello per una versione marmorea destinata al capitello di un pilone della Cattedrale, l’opera è stata ricondotta allo scultore piemontese Giovanni Battista Tedeschi. Allievo di Eugenio Pellini e Luigi Cavenaghi alla Scuola Superiore d’Arte Applicata all’Industria di Milano, svolse la sua attività prevalentemente nel capoluogo lombardo.