Il modello in gesso, oggi custodito nel deposito del Museo, raffigura “San Felice cappuccino” (1515 circa – 1587): originario di Cantalice, presso Rieti, dopo aver preso i voti si stabilì a Roma, dove visse fino alla morte dedicandosi alla raccolta dell’elemosina e all’assistenza di poveri e malati.
Egli è rappresentato come un uomo maturo e barbato, dallo sguardo assorto rivolto verso l’alto.
Abbigliato con un saio stretto in vita da un cordone, al quale è legato un rosario, il santo regge un libro chiuso nella mano sinistra e porta la destra al petto. Sulla spalla corrispondente è visibile una bisaccia per l’elemosina.
San Felice è stante su un basamento poligonale da cui sporge il piede sinistro.
Eseguito nel 1860 come modello per una versione marmorea destinata a un finestrone del fianco meridionale del Duomo, il gesso raffigurante “San Felice cappuccino” è stato ricondotto dagli studiosi a Gerolamo Rusca: figlio di Grazioso, scultore capo della Veneranda Fabbrica dal 1805 al 1829, anch’egli lavorò per la Cattedrale, realizzando varie opere dal 1821 al 1871.