Modelli scultorei

San Ferdinando

di Biella Angelo (Milano, 1828-1875)

Cronologia: 1860

Misure cm: 104 × 34 × 24

Materia e Tecnica: Gesso a tuttotondo

N. Inventario: MS288

Raffigurante “San Ferdinando” e databile al 1860, il modello in gesso fu realizzato come prova preparatoria per una coeva scultura marmorea di stesso soggetto, destinata a decorare uno dei finestroni del fianco meridionale del Duomo.

Il modello, oggi esposto nella sala del Museo dedicata all’Ottocento (n. 17), fu eseguito come la statua in marmo da Angelo Biella: milanese, dopo la formazione presso l’Accademia di Brera con Benedetto Cacciatori egli si affermò come scultore elegante, impegnato a ricercare nelle sue sculture soprattutto la purezza della linea.

Oltre all’attività per il Duomo, avviata nel 1855, Biella lavorò anche per le Regie Ferrovie, che nel 1865 gli commissionarono cinque medaglioni ovali e un gruppo marmoreo per il vestibolo del padiglione reale presso l’allora Stazione Centrale di Milano, oggi non più esistente.

Nel modello per il “San Ferdinando” l’artista ritrae il santo, sovrano di Castiglia e León con il nome di Ferdinando III (1199-1252), come un re di età matura. Il viso, barbato e con baffi, è incorniciato da una chioma lunga fino alle spalle, e ha gli occhi rivolti verso l’alto in uno sguardo assorto e leggermente sollevato.

Avvolto in un manto a pieghe voluminose, sotto cui si intravede una corta veste ricamata e bordata di pizzo, il santo sovrappone le mani all’altezza del petto: la sinistra impugna un crocifisso, mentre la destra regge una spada che, posizionandosi in lieve diagonale, tocca terra vicino al piede corrispondente.

La gamba sinistra è leggermente flessa, e l’intera figura poggia su un basamento poligonale.

Il “San Ferdinando” appartiene a un gruppo di 23 statue commissionate dalla Veneranda Fabbrica nel 1858, alcune delle quali accomunate da velati riferimenti politici: infatti, se l’opera di Biella è stata letta come un omaggio a Ferdinando II delle Due Sicilie, nel “San Napoleone” di Abbondio Sangiorgio appare palese il collegamento con il primo dei Bonaparte.

Inoltre, nel San Massimiliano” di Benedetto Cacciatori sarebbe da cogliere un’allusione a Ferdinando Massimiliano d’Asburgo, già governatore della città di Milano e futuro imperatore del Messico, mentre la “Santa Elisabetta d’Ungheria” di Giovanni Bellora sembrerebbe essere stata scolpita per onorare la nuova imperatrice d’Austria, detta Sissi.

Gli studiosi riportano che la scultura del “San Ferdinando”, appartenente alla fase matura di Biella, fu apprezzata dalla critica del tempo e indicata come un esempio da seguire per la moderna statuaria del Duomo. Inoltre, la linearità di concezione dell’opera potrebbe dimostrare un interesse dell’autore per coevi modelli pittorici francesi di arte sacra, come il “San Ferdinando” nella vetrata di Ingres per la Chapelle Royale di Saint-Louis a Dreux, o comunque testimoniare la rilettura della tradizione iconografica medievale, in sintonia del resto con gli interessi di Francesco Hayez.