Scultura

San Giacomo

di Jacopino da Tradate (notizie dal 1401 - Mantova, 1464-1466?), ambito di

Cronologia: Secondo quarto del XV secolo

Misure cm: 70 × 27 × 21

Materia e Tecnica: Marmo di Candoglia a tuttotondo

N. Inventario: ST93

Raffigurante “San Giacomo”, la scultura in marmo di Candoglia è databile al secondo quarto del Quattrocento. Proveniente dal capitello di un pilone del Duomo, si trova oggi esposta in Museo presso la sala n. 6, dedicata appunto alle statuette dei capitelli dei piloni.

Il santo, pellegrino e primo degli Apostoli a cadere martire, è rappresentato come un uomo con il volto incorniciato da una corta chioma, ricciuta come la barba. Lo sguardo dall’espressione intensa è rivolto in avanti.

Abbigliato con una veste e un ampio mantello dai profili sinuosi, il santo è identificabile grazie al libro chiuso che tiene nella mano sinistra e al bastone da pellegrino (con la punta spezzata) cui si appoggia con la destra.

Per quanto riguarda il versante stilistico, gli studiosi attribuiscono il “San Giacomo” a uno stretto seguace di Jacopino da Tradate: attivo per il Duomo fra il 1401 e il 1425, quest’ultimo ottenne il favore della Veneranda Fabbrica sia per l’alto livello della sua produzione scultorea sia per le sue capacità direttive. Nel 1415, infatti, fu nominato scultore a vita presso l’ente e posto a capo di una bottega di formazione di giovani lapicidi, cioè gli artisti che si occupavano soprattutto delle sculture e dei bassorilievi destinati a capitelli, portali ecc.

Una delle sue opere più importanti realizzate per il Duomo è la statua raffigurante papa Martino V (1424), ancora oggi custodita in Cattedrale ed eseguita in ricordo della consacrazione dell’altare maggiore da parte del pontefice.
In essa emergono sia un’interpretazione classicheggiante della pienezza lombarda, come testimonia la morbida ricchezza del panneggio, sia una forte tensione naturalistica, che indaga tanto i particolari naturalistici quanto la psicologia del soggetto rappresentato.