Modelli scultorei

San Giovanni de Britto

di Galli Antonio (Viggiù, 1812 - Milano, 1914)

Cronologia: 1856

Misure cm: 81 × 27 × 22

Materia e Tecnica: Gesso a tuttotondo

N. Inventario: MS334

La statuetta in gesso è oggi esposta in Museo nella sala intitolata alla Galleria di Camposanto (n. 14), luogo nel quale dal Seicento in poi la Veneranda Fabbrica ha custodito i gessi e le terrecotte preparatori delle statue elaborate per il Duomo.

Datata 1856, la scultura raffigura “San Giovanni de Britto” (1647-1693), gesuita e martire portoghese ucciso in India dopo aver operato numerose conversioni.

Il santo è rappresentato come un religioso dai capelli a caschetto, con lo sguardo solenne rivolto verso il basso alla sua sinistra.

Abbigliato con la veste e l’ampio manto dei gesuiti, il martire incrocia le mani all’altezza della vita: la destra regge un libro chiuso, mentre la sinistra è chiusa sul polso dell’altra. L’azione provoca il sollevamento di un lembo della veste.

La figura è stante su un basamento poligonale con l’iscrizione “BEATO GIOVANNI”, precedente alla canonizzazione avvenuta nel 1947 per volere di Pio XII; la beatificazione, decisa da Pio IX, risale invece al 1853.

Eseguita come modello per una versione marmorea destinata all’esterno del tiburio del Duomo, l’opera è stata ricondotta dagli studiosi allo scultore Antonio Galli: originario di Viggiù, presso Varese, quest’ultimo si formò prima a Milano e poi a Roma con il danese Bertel Thorvaldsen, maestro del neoclassicismo. Autore di diverse sculture per la Cattedrale, Il suo capolavoro è considerato il monumento in marmo a Carlo Ottavio Castiglioni (1855), situato nel cortile d’onore dell’Accademia di Brera.