Il modello in gesso è oggi esposto in Museo nella sala intitolata alla Galleria di Camposanto (n. 14), luogo nel quale dal Seicento in poi la Veneranda Fabbrica ha custodito i gessi e le terrecotte preparatori delle statue elaborate per il Duomo.
Datata 1863, l’opera raffigura “San Giustino martire”, filosofo del II secolo ucciso dopo aver presentato all’imperatore Marco Aurelio Antonino la sua Apologia in difesa della religione cristiana.
Il santo è rappresentato come un uomo barbato dai lunghi capelli, coperti sulla sommità del capo con un turbante.
Abbigliato con una tunica e un manto dagli ampi panneggi, il martire volge il viso dall’espressione intensa verso il basso, alla sua destra. Egli porta la mano sinistra al petto, mentre la destra regge un cartiglio con l’iscrizione “AN…ANTONINO PIO AUG.”, riconoscibile come la sua Apologia in difesa del cristianesimo.
Le lunghe vesti scendono a coprire parzialmente i piedi, che poggiano su un basamento poligonale.
Eseguita come modello per una versione marmorea destinata a un finestrone del fianco meridionale del Duomo, l’opera è stata ricondotta dagli studiosi ad Alessandro Martegani. Scultore lombardo attivo per la Cattedrale nella seconda metà dell’Ottocento, dimostrò nei suoi lavori tendenze stilistiche romantiche e buone capacità tecniche.
Oltre alle statue per il Duomo Martegani realizzò varie opere, fra le quali si ricorda per esempio il Monumento ai caduti per la patria di Pavia (1866).