La statuetta in terracotta, datata 1725 e raffigurante “San Gregorio papa”, è oggi esposta in Museo nella sala dedicata alla Galleria di Camposanto (n. 14), luogo nel quale dal Seicento in poi la Veneranda Fabbrica ha custodito i gessi e le terrecotte preparatori delle statue elaborate per il Duomo.
Papa dal 590 al 604 nonché autore e legislatore nei settori della liturgia e del canto sacro, san Gregorio è rappresentato come un pontefice dallo sguardo estatico, rivolto in alto verso la sua destra.
Abbigliato con tiara sul capo, tunica, piviale e stola, il personaggio porta la mano destra al petto, mentre la sinistra regge un libro aperto.
Le lunghe vesti scendono a coprire parzialmente i piedi, che poggiano su un doppio basamento poligonale.
Grazie ai documenti d’archivio gli studiosi hanno ricondotto l’opera a Carlo Beretta, scultore attivo per la Fabbrica dal 1716 al 1761 e riconosciuto come il più aggiornato fra quelli operanti in Cattedrale durante il secolo. Artista molto prolifico, con la “Carità” destinata all’abside (1729) egli portò a maturazione il suo linguaggio, legato all’esteriore classicismo e all’aggraziata malinconia della tradizione lombardo-romana, facente capo a Ercole Ferrata e mediata attraverso la visione dinamica e serena di Carlo Francesco Mellone.
La statuetta di “San Gregorio papa” fu impiegata da Beretta come modello per una versione marmorea (1725-1726), collocata su una guglia del fianco meridionale del Duomo e oggi sostituita da una copia. Per quanto riguarda il versante stilistico la critica ha evidenziato quanto, nella sciolta resa delle vesti, l’autore dimostri la sua consolidata
abilità nel modellare la materia.