Il modello in gesso è oggi esposto in Museo nella sala intitolata alla Galleria di Camposanto (n. 14), luogo nel quale dal Seicento in poi la Veneranda Fabbrica ha custodito i gessi e le terrecotte preparatori delle statue elaborate per il Duomo.
Datata 1863, l’opera raffigura “San Marino martire” (III secolo), ufficiale dell’esercito imperiale romano ucciso sotto l’imperatore Gallieno per avere difeso la sua fede in Dio.
Il santo è rappresentato come un giovane soldato con l’elmo sul capo, dallo sguardo assorto rivolto verso il basso.
Abbigliato con un drappo che lascia quasi completamente scoperti il torace e le braccia, il martire incrocia le mani all’altezza del bacino: in origine la destra reggeva probabilmente la palma del martirio o una spada.
Il drappo scende a coprire parzialmente i piedi, che poggiano su un basamento poligonale con inscritto il nome del santo.
Eseguita come modello per una versione marmorea destinata a un finestrone del fianco meridionale della Cattedrale, l’opera potrebbe essere stata realizzata da Gaetano Manfredini, che ottenne dalla Fabbrica la commissione della statua in marmo, oppure da Giuseppe Malnati, che effettivamente la portò a termine.
Se all’interno del cantiere del Duomo Malnati sembra avere lavorato solo al “San Marino martire” nel 1863, Manfredini fu autore di diverse opere per la Cattedrale: ad esempio le due sculture raffiguranti “San Curoto” e “San Primitivo” per il gugliotto Pestagalli, progettato nel 1845.