La statuetta in terracotta è oggi esposta in Museo nella sala intitolata alla Galleria di Camposanto (n. 14), luogo nel quale dal Seicento in poi la Veneranda Fabbrica ha custodito i gessi e le terrecotte preparatori delle statue elaborate per il Duomo.
Datata 1821, l’opera raffigura “San Massimo vescovo”: l’agiografia cristiana ricorda più santi con questo nome, come per esempio un vescovo di Alessandria d’Egitto del III secolo, la cui fama si diffuse per la sua profonda conoscenza della Scrittura, e san Massimo di Torino, primo vescovo della città che fra IV e V secolo convertì al cristianesimo folle di pagani.
La statuetta del Museo del Duomo rappresenta san Massimo vescovo come un uomo con chioma e barba corta ricciute.
Indossante una tunica e un manto dagli ampi panneggi, egli ha le mani incrociate all’altezza del ventre.
Stante su un basamento poligonale con inscritto il suo nome e l’altezza della statuetta (19 once), san Massimo vescovo poggia il peso sulla gamba sinistra, mentre la destra è leggermente flessa e in posizione arretrata.
Il modello, eseguito per una versione marmorea da collocarsi sulla Cattedrale, è stato ricondotto dagli studiosi allo scultore milanese Gaetano Monti: attivo per il Duomo nella prima metà dell’Ottocento, quest’ultimo fu anche rinomato ritrattista e amico di Andrea Appiani, uno dei maggiori rappresentanti italiani del neoclassicismo in pittura.