Vetrate

San Matteo e l’angelo

di Mottis Cristoforo (documentato dal 1461 al 1485) e Agostino de o maestro gesuato su cartone di maestro lombardo (Mottis Agostino de?)

Cronologia: 1475-1478

Misure cm: 45,5 × 61,5

Materia e Tecnica: Vetro, grisaglia, piombo

N. Inventario: V2

L’antello, raffigurante “San Matteo evangelista e l’angelo” (1475-1478), appartiene alla vetrata di “San Giovanni evangelista”, decorante in origine uno dei finestroni del transetto meridionale del Duomo, verso l’Arcivescovado.

Rimosso per ragioni conservative, nel 2013 l’antello è entrato a far parte della collezione del Museo, dove si trova tuttora nella sala dedicata all’arte vetraria della Cattedrale (n. 9).

Finanziata dalla corporazione dei notai milanesi, che vi volle rappresentata la storia del suo santo patrono, la vetrata di “San Giovanni evangelista” fu iniziata nel biennio 1473-1475 e conclusa nel 1478.

Caratterizzato dalla forma trilobata e da un intenso sfondo blu, l’antello con “San Matteo evangelista e l’angelo” vede al centro il santo in posizione frontale, a mezzobusto: indossante una tunica purpurea dal colletto dorato e un manto verde, Matteo ha un’espressione composta e gli occhi abbassati verso l’angelo, suo simbolo la cui testa di profilo è situata inferiormente a sinistra. Dotata di aureola, la creatura mostra un’ala rossa all’estrema sinistra dell’antello.

Il santo ha la mano sinistra poggiata sul suo Vangelo chiuso, mentre il capo dalla chiara capigliatura ondulata è circondato da un’aureola con l’iscrizione “SANTVS MATE”.

L’opera si presenta in buono stato di conservazione e il recente restauro ha permesso di alleggerire notevolmente le pesanti riprese della grisaglia (cioè la pittura in chiaroscuro tipica delle vetrate) che irrigidivano il disegno dell’opera. Inoltre, durante l’intervento è stato eliminato anche il piombo di sutura che tagliava in due la testa e il collo del santo.

Secondo gli studiosi, il cartone preparatorio dell’antello sarebbe opera di un maestro lombardo forse identificabile con Agostino de Mottis, figlio di Cristoforo. Quest’ultimo, fra i maggiori esponenti del linguaggio prerinascimentale dell’arte vetraria in Duomo, realizzò parte degli antelli della vetrata di “San Giovanni evangelista” insieme a maestri gesuati dallo stile meno aggiornato.

Per quanto riguarda invece l’esecuzione dell’antello con san Matteo e l’angelo, gli esperti propendono per un maestro gesuato o per lo stesso Cristoforo insieme al figlio Agostino.

Nel 1968, durante un restauro, altri due antelli raffiguranti san Marco e san Luca, sempre riferibili alla vetrata di “San Giovanni Evangelista”, sono stati fusi in un unico trilobo e inseriti in una vetrata del lato meridionale della Cattedrale.