La statuetta in gesso, datata 1811 e oggi custodita nel deposito del Museo, raffigura “San Narsete”, patriarca armeno del IV secolo che grazie a una serie di riforme portò la Chiesa a un più stretto contatto con il popolo.
Il santo è rappresentato come un anziano religioso con barba e capelli lunghi.
Il viso, rivolto leggermente verso l’alto, ha un’espressione intensa sottolineata dagli occhi chiusi e dalla bocca semiaperta.
Abbigliato con una tunica e un manto dagli ampi panneggi, Narsete porta la mano destra al petto mentre nella sinistra regge un calice, simbolo della morte per avvelenamento procuratagli da un nemico.
Stante su un sottile basamento con inscritto il suo nome, il santo poggia il peso sulla gamba sinistra; la destra è invece piegata e portata in avanti.
L’opera, modello preparatorio per una statuetta di guglia in marmo di Candoglia destinata al Duomo, fu eseguita da Giovan Battista Buzzi Donelli: originario di Viggiù, presso Varese, e attivo per la Cattedrale dal 1808 al 1821, egli fu autore di varie statuette e statue di guglia.