Scultura

San Paolo eremita

di Maestro del San Paolo eremita

Cronologia: 1470 circa

Misure cm: 223 × 77 × 46

Materia e Tecnica: Marmo di Candoglia a tuttotondo; bastone metallico (1953)

N. Inventario: ST130

Raffigurante “San Paolo eremita”, la scultura in marmo di Candoglia databile al 1470 circa proviene dall’esterno del Duomo, nello specifico da una finestra sul capocroce settentrionale. Rimossa nel 1943 per evitare che fosse danneggiata durante i bombardamenti bellici, l’opera è custodita presso il Museo dalla sua inaugurazione nel 1953, e si trova oggi esposta nella sala dedicata all’età sforzesca (n. 7).

Il santo, primo degli eremiti cristiani rifugiatosi nel deserto egiziano per scampare alla persecuzione dell’imperatore Decio (III-IV sec.), è rappresentato come un uomo molto anziano, con il volto espressivo segnato dal tempo e caratterizzato dai baffi che si uniscono a una lunga barba. Sulla sommità del capo è posto il disco dell’aureola, alquanto danneggiato e forse originale.

Il santo indossa una veste a riquadri intrecciati con cappuccio, cinta in vita da una corda e completata da un manto, che lascia intravedere i piedi con il sinistro sporgente dal basamento: particolarmente interessante appare qui la restituzione plastica dei più minuti dettagli delle unghie, delle grinze dell’epidermide e dei corsi delle vene sottostanti.

La figura regge un piccolo codice nella mano destra, mentre al polso sinistro è appoggiato un lungo bastone metallico dalle estremità superiori intrecciate, rifacimento moderno in sostituzione di quello originale ormai del tutto corroso.

Il santo poggia su un basamento a sezione circolare, ricavato dallo stesso blocco marmoreo e recante sul fronte l’iscrizione “S. PAVLVS PRIMVS HEREMITA”.

Evidentemente segnata dal trascorrere dei secoli e dall’esposizione prolungata agli agenti atmosferici, la statua di “San Paolo eremita” è stata riconosciuta dagli studiosi come una delle più originali del Duomo: per quanto riguarda l’autore, se in una prima fase gli esperti si sono concentrati sulla figura e sull’ambito di Cristoforo Mantegazza, attivo nel secondo Quattrocento con il fratello Antonio sia per il Duomo sia per la Certosa di Pavia, le ricerche più recenti attribuiscono l’opera a un ancora ignoto “Maestro del San Paolo Eremita”.

Quest’ultimo, che prende appunto il nome dalla sua scultura più celebre, sarebbe identificabile in un artefice lombardo profondamente influenzato da alcuni indirizzi della scultura francese di metà Quattrocento, capace di sottili virtuosismi naturalistici riscontrabili oltre che nel “San Paolo” anche nelle altre statue del Duomo a lui ricondotte: fra esse risaltano la “Santa Lucia” (1466-1470 circa) e il “Redentore (?)” (1475-1480 circa), sempre custoditi presso il Museo della Cattedrale.