Il modello in gesso, oggi custodito nel deposito del Museo, raffigura “San Rustico”, martire di origini africane ucciso per la sua fede cristiana nel III sec., sotto l’imperatore Valeriano.
Particolarmente venerato a Verona, dove nella chiesa di San Fermo Maggiore si conservano le sue reliquie insieme a quelle del santo titolare, il martire è qui rappresentato come un maturo profeta dalla lunga barba, con il viso leggermente sollevato e rivolto verso la sua sinistra.
Abbigliato con tunica e manto, il santo reca un cartiglio chiuso nella mano sinistra, mentre la destra solleva parzialmente un lembo del manto: quest’ultimo giunge fino a terra, scoprendo i piedi cinti da calzari. La figura poggia su un basamento quadrato.
L’opera, datata 1809, fu commissionata dalla Veneranda Fabbrica a Giuseppe Buzzi, scultore originario di Viggiù (Varese) attivo per il Duomo dal 1791 al 1835; nipote di Elia Vincenzo, scultore capo della Cattedrale nel terzo quarto del Settecento, nelle varie sculture eseguite per il Duomo egli espresse il coesistere della tradizione settecentesca e del nuovo gusto neoclassico.
Il gesso raffigurante san Rustico martire fu utilizzato da Buzzi come modello per una versione marmorea collocata su una guglia della facciata, in seguito sostituita da una copia perché deteriorata.