Il modello in gesso, oggi custodito nel deposito del Museo, raffigura “San Sennen” (III secolo): originario della Persia, insieme al fratello Abdon fu decapitato a Roma sotto l’imperatore Decio per avere difeso la sua fede in Dio.
Il santo è rappresentato come un uomo maturo dalla lunga barba, con lo sguardo assorto rivolto verso il basso.
Abbigliato con un copricapo e una sontuosa veste di foggia orientale, il martire reca nella mano destra la palma del martirio, mentre la sinistra è chiusa sull’altra.
La lunga veste scende a coprire parzialmente i piedi, che poggiano su un basamento poligonale con inscritto il nome del santo.
Eseguita nel 1863 come modello per una versione marmorea destinata a un finestrone del fianco meridionale della Cattedrale, la scultura è stata ricondotta dagli studiosi a Costantino Corti: formatosi presso l’Accademia di Brera con Pompeo Marchesi, frequentò in seguito gli studi di Abbondio Sangiorgio e Innocenzo Fraccaroli, maestro del tardo neoclassicismo. Autore di diverse opere per il Duomo, in esse Corti si discostò dai modelli romantici allora in voga, avvicinandosi al verismo di Vincenzo Vela.