Il modello in gesso è oggi esposto in Museo nella sala intitolata alla Galleria di Camposanto (n. 14), luogo nel quale dal Seicento in poi la Veneranda Fabbrica ha custodito i gessi e le terrecotte preparatori delle statue elaborate per il Duomo.
Datata 1869, l’opera raffigura “San Simpliciano” (IV-V secolo): successore di sant’Ambrogio come vescovo di Milano, si oppose al vandalo Stilicone, che voleva privare Milano del titolo di capitale dell’Impero Romano d’Occidente in favore di Roma.
L’opera rappresenta san Simpliciano come un uomo anziano dall’espressione assorta, con la lunga barba suddivisa in due bande.
Abbigliato con una tunica e un manto, il personaggio trattiene quest’ultimo con la mano sinistra, mentre con la destra compie un gesto benedicente.
Le lunghe vesti scendono a coprire parzialmente i piedi, che poggiano su un basamento poligonale con inscritto il nome del santo.
Eseguita come modello per una versione marmorea destinata a un finestrone del braccio di croce meridionale del Duomo, l’opera è stata ricondotta dagli studiosi allo scultore milanese Filippo Biganzoli: allievo a Brera di Benedetto Cacciatori, in aggiunta alla sua attività per la Cattedrale fu autore di sculture di genere e ritratti, tra cui quello di Vittorio Emanuele II.