Il modello in gesso è oggi esposto in Museo nella sala intitolata alla Galleria di Camposanto (n. 14), luogo nel quale dal Seicento in poi la Veneranda Fabbrica ha custodito i gessi e le terrecotte preparatori delle statue elaborate per il Duomo.
Datata 1840, l’opera raffigura “San Stralonico martire” come un uomo con la barba e i lunghi capelli mossi, dallo sguardo assorto rialzato e rivolto leggermente verso la sua sinistra.
Abbigliato con un drappo dalle molteplici pieghe che lascia scoperti il torace e il braccio sinistro, egli tiene nella mano corrispondente la palma del martirio; la destra regge invece parte del drappo.
Stante su un basamento poligonale con inscritto il suo nome, il santo sporge all’infuori il piede sinistro.
Eseguita come modello per una versione marmorea destinata a una guglia della facciata del Duomo, l’opera è stata ricondotta dagli studiosi ad Abbondio Sangiorgio: milanese, dopo la formazione presso l’Accademia di Brera nel 1825 egli ricevette l’importante commissione per la sestiga scultorea a coronamento dell’Arco della Pace. Fuso in bronzo nel 1831, il gruppo rappresenta la dea della Pace su un carro trainato da sei destrieri ed è tuttora visibile.
Artista prediletto dall’aristocrazia e dall’alta borghesia di Milano, Sangiorgio lavorò per la Cattedrale dal 1823 al 1865, realizzando opere destinate sia all’arredo scultoreo del Duomo sia agli edifici attigui, come per esempio la statua della “Notte” per la decorazione dell’orologio del palazzo della Veneranda Fabbrica.
Fra le sue sculture più note per la Cattedrale spicca quella raffigurante “San Napoleone” (1860), collocata presso uno dei finestroni del fianco meridionale. Il relativo modello in gesso, risalente al 1858, può essere ammirato in Museo nella sala dedicata all’Ottocento (n. 17).