Modelli scultorei

San Venceslao re

di Barzaghi Francesco (Milano, 1839-1892)

Cronologia: 1865

Misure cm: 38 × 35,5 × 28

Materia e Tecnica: Gesso a tuttotondo

N. Inventario: MS609

La statuetta in gesso è oggi esposta in Museo nella sala intitolata alla Galleria di Camposanto (n. 14), luogo nel quale dal Seicento in poi la Veneranda Fabbrica ha custodito i gessi e le terrecotte preparatori delle statue elaborate per il Duomo.

Datata 1863, l’opera raffigura “San Venceslao re” (X secolo): sovrano e patrono di Boemia, fu fervente promotore del cristianesimo nel suo regno, e morì da martire per ordine del fratello Boleslao.

La statuetta rappresenta san Venceslao come un monarca barbato, dallo sguardo assorto rivolto verso il basso. Sulla sua testa spicca un caratteristico copricapo intorno al quale si trova la corona.

Abbigliato con una veste e un manto riccamente descritto nei particolari, il santo posa la mano sinistra sul petto, mentre con la sinistra regge la palma del martirio. Una cintura in vita trattiene un lembo del manto e una spada, rispettivamente alla destra e alla sinistra del personaggio.

Le lunghe vesti scendono a coprire parzialmente i piedi, che poggiano su un basamento poligonale con inscritto il nome del santo.

Eseguita come modello per una versione marmorea destinata a un finestrone del fianco meridionale della Cattedrale, l’opera è stata ricondotta dagli studiosi a Francesco Barzaghi. Milanese, egli si formò all’Accademia di Brera con Giovanni Strazza e Benedetto Cacciatori, subendo anche l’influenza di Vincenzo Vela.

Scultore virtuoso ed elegante, nel corso della sua carriera si dimostrò abile nell’esecuzione sia di soggetti di genere sia di monumenti: a proposito di questi ultimi, si ricorda per esempio quello milanese dedicato a Napoleone III e all’esercito francese (1886), inizialmente posto nel cortile del palazzo del Senato e oggi visibile su un’altura del parco Sempione.

Attivo per il Duomo dal 1863 al 1867, fra le sue opere di maggiore rilievo si segnala la “Sant’Adelaide imperatrice” (1867), situata presso uno dei finestroni della zona absidale. Il relativo modello in gesso (1866-1867) può essere ammirato in Museo nella sala dedicata all’Ottocento (n. 17).