La statuetta in terracotta patinata, datata 1673 e raffigurante “Santa Beatrice”, è oggi esposta in Museo nella sala intitolata alla Galleria di Camposanto (n. 14), luogo nel quale dal Seicento in poi la Veneranda Fabbrica ha custodito i gessi e le terrecotte preparatori delle statue elaborate per il Duomo.
L’opera rappresenta la martire del IV secolo, uccisa sotto Diocleziano per avere difeso la sua fede in Dio, come una fanciulla dalle mani legate, rivolte sul fianco destro.
La veste, ampiamente scollata, ricopre il corpo con pieghe nervose che esaltano l’elegante torsione del busto e ne amplificano il movimento serpentinato.
La testa, acconciata con un raffinato intreccio di nastri, presenta un volto tratteggiato con delicatezza, mentre sul collo allungato si stringe una corda annodata, simbolo del martirio per strangolamento.
I piedi scalzi poggiano su un doppio basamento poligonale.
Grazie ai documenti d’archivio gli studiosi hanno ricondotto la scultura a Carlo Simonetta, attivo per il Duomo dal 1660 fino alla morte, avvenuta nel 1693: allievo di Dionigi Bussola, nel 1687 Simonetta fu il suo successore come protostatuario, cioè scultore capo, della Cattedrale.
Autore di numerose opere, di alcune delle quali il Museo custodisce i modelli preparatori (per esempio quello in gesso e terracotta raffigurante la “Nascita di san Giovanni Bono”, 1685), sul versante stilistico Simonetta appare debitore del tardomanierismo pittorico milanese, dai Procaccini al Cerano.
Inoltre, risulta in lui assai spiccata la propensione verso il naturalismo, viva anche nel maestro Bussola e particolarmente evidente nel gruppo marmoreo con “Giobbe e il demonio” (1669), considerato uno dei vertici della sua produzione ed esposto in Museo nel corridoio di passaggio alla sala della Galleria di Camposanto.
Per quanta riguarda il modello della “Santa Beatrice”, la critica ha evidenziato come la figura della martire sia influenzata dalla Salomè della “Decollazione di san Giovanni Battista” (1620 circa), dipinto custodito nella chiesa
milanese di Sant’Alessandro e attribuito al Maestro del Sebastiano Monti.
Inoltre, Simonetta avrebbe riproposto la raffinata fisionomia della “Santa Beatrice” nei personaggi presenti nel modello per il rilievo marmoreo con la “Nascita di san Giovanni Bono”, realizzato nel 1690 per la cappella dedicata al santo collocata nel transetto destro del Duomo.
Il modello della “Santa Beatrice” fu invece utilizzato dallo scultore per l’esecuzione di una versione in marmo destinata al fianco meridionale della Cattedrale (1673-1675), oggi sostituita da una copia perché andata distrutta nei bombardamenti bellici del 1943.