La statuetta in gesso è oggi esposta in Museo nella sala intitolata alla Galleria di Camposanto (n. 14), luogo nel quale dal Seicento in poi la Veneranda Fabbrica ha custodito i gessi e le terrecotte preparatori delle statue elaborate per il Duomo.
Databile forse a dopo il 1867, l’opera raffigura una “Santa martire” come una giovane dallo sguardo serio rivolto verso il basso, con i lunghi capelli parzialmente raccolti da un fazzoletto annodato sul retro.
Abbigliata con una tunica e un manto dagli ampi panneggi, la figura è colta nell’atto di portare le mani al petto: la destra reca la palma del martirio, mentre la sinistra risulta celata sotto il manto.
Stante su un basamento poligonale, la santa poggia il peso sulla gamba sinistra, mentre la destra è flessa e con il piede sollevato.
Gli studiosi, sulla base di affinità stilistiche con altre opere, hanno ipotizzato che la statuetta, eseguita come modello per una versione marmorea destinata al Duomo, possa essere stata realizzata da Luigi Vimercati: milanese, si formò all’Accademia di Brera con Benedetto Cacciatori, anch’egli attivo per la Cattedrale. Oltre che per il Duomo, Vimercati lavorò a Milano presso il Cimitero Monumentale. Nelle sue opere subì molto l’influenza del maestro Cacciatori e di Abbondio Sangiorgio, soprattutto per quanto riguarda i panneggi sapientemente modellati e i visi dai lineamenti puri.