Il modello in gesso è oggi esposto in Museo nella sala intitolata alla Galleria di Camposanto (n. 14), luogo nel quale dal Seicento in poi la Veneranda Fabbrica ha custodito i gessi e le terrecotte preparatori delle statue elaborate per il Duomo.
Datata 1865, l’opera raffigura “Santa Rufina”, martire dei primi secoli della cristianità uccisa a Siviglia, in Spagna, per avere difeso la sua fede in Dio. Insieme a lei morì anche la compagna Giusta, con cui Rufina vendeva oggetti in ceramica.
Il modello rappresenta santa Rufina come una giovane dallo sguardo assorto rivolto verso l’alto, con i capelli suddivisi in due bande sulla fronte e raccolti sulla nuca.
Abbigliata con una tunica e un manto dagli ampi panneggi, la santa tiene fra le mani la corona del martirio, e poggia su un basamento poligonale.
Eseguita come modello per una versione marmorea destinata a un finestrone del fianco meridionale del Duomo, l’opera è stata ricondotta dagli studiosi a Giuseppe Bayer: milanese, si formò a Brera con Pompeo Marchesi, frequentando poi anche lo studio di Benedetto Cacciatori. Autore per la Cattedrale di alcune opere, Bayer fu attivo anche presso il Duomo e il Cimitero Maggiore di Como.