La statuetta in terracotta è oggi esposta in Museo nella sala intitolata alla Galleria di Camposanto (n. 14), luogo nel quale dal Seicento in poi la Veneranda Fabbrica ha custodito i gessi e le terrecotte preparatori delle statue elaborate per il Duomo.
Essa raffigura “Santa Tatiana martire”, fanciulla romana del III secolo data in pasto alle belve per avere difeso la sua fede in Dio. La santa è rappresentata come una giovane donna dalla lunga chioma, con il viso dall’espressione assorta rivolto verso la sua sinistra.
Abbigliata con una tunica e una dalmatica dalle lunghe maniche, decorata con motivi a croce, santa Tatiana reca nella mano destra la palma del martirio, mentre la sinistra sfiora il petto.
Stante su un basamento poligonale, la santa poggia il peso sulla gamba destra; la sinistra risulta invece flessa e in posizione arretrata.
L’opera, datata 1839, fu realizzata come modello preparatorio per una versione marmorea da collocare su una delle guglie del Duomo. Grazie ai documenti d’archivio, gli studiosi l’hanno attribuita a Raffaele Monti: figlio di Gaetano, anch’esso attivo per la Cattedrale, Raffaele eseguì varie sculture destinate al Duomo, come per esempio quelle di “San Teodulo” e “Santa Tarbula” per il gugliotto Pestagalli, progettato nel 1845.
Per quanto riguarda invece la sua produzione autonoma, Monti riscosse grande successo all’estero con le sue sculture di figure femminili velate, come per esempio “The Bride” (1861), oggi custodita al The Pottery Museum & Art Gallery di Stoke-on-Trent, in Inghilterra.