Modelli scultorei

Sant’Agata

di Pandiani Giovanni (Milano, 1809-1879)

Cronologia: 1866

Misure cm: 109 × 30 × 26

Materia e Tecnica: Gesso a tuttotondo

N. Inventario: MS324

Raffigurante “Sant’Agata” e databile al 1866, il modello in gesso fu realizzato come prova preparatoria per una scultura marmorea di stesso soggetto (1867), destinata a decorare uno dei finestroni del braccio di croce meridionale del Duomo.

Il modello, oggi esposto nella sala del Museo dedicata all’Ottocento (n. 17), fu eseguito come la statua in marmo da Giovanni Pandiani: milanese, egli si formò all’Accademia di Brera con Pompeo Marchesi, maestro del neoclassicismo lombardo dalle cui opere l’allievo avrebbe tratto ispirazione per la maggior parte della sua produzione artistica.

Attivo per il Duomo dal 1858 al 1867, nel modello per la “Sant’Agata” Pandiani ritrae la santa del III secolo, patrona di Catania, come una giovane donna le cui forme prosperose sono in parte coperte da un drappo, elegantemente panneggiato e assicurato in vita con una cinta. In origine nel seno destro era conficcato un coltello, simbolo del martirio.

Il viso della santa, incorniciato da due bande di capelli mossi che una fascia raccoglie sulla nuca, ha un’espressione di vaga malinconia ed è rivolto verso la sua destra; le braccia, incrociate dietro la schiena, mostrano i polsi legati da una corda. L’intera figura ha un andamento sinuoso enfatizzato dalla posizione delle gambe, con la destra flessa e la sinistra diritta. I piedi, scalzi, poggiano su un basamento poligonale.

Caratterizzata da un sensuale naturalismo accentuato dalla posa serpentinata, che facendo scivolare il panneggio suggerisce anche il tentativo della santa di liberarsi le mani, la versione marmorea della “Sant’Agata” suscitò un certo scalpore nel pubblico: esposta infatti presso il cortile dell’Arcivescovado insieme alle altre statue del Duomo eseguite nel1867 per permettere ai milanesi di ammirarle prima della messa in opera, la scultura fu rimossa dopo pochi giorni proprio a causa del dibattito innescato dalla sue forme generose.

Dal punto di vista stilistico, gli studiosi hanno sottolineato l’affinità iconografica della “Sant’Agata” di Pandiani con la voluttuosa “Ruth” dipinta da Francesco Hayez nel 1853, oggi custodita presso le Civiche Collezioni d’Arte di Bologna.