Scultura

Sant’Agnese

di Briosco Benedetto (Pavia?, 1460 circa-1517 circa)

Cronologia: 1491

Misure cm: 191 × 69 × 42

Materia e Tecnica: Marmo di Carrara a tuttotondo

N. Inventario: ST137

La “Sant’Agnese” di Benedetto Briosco, realizzata nel 1491 e custodita in Museo fin dalla sua apertura nel 1953, è oggi esposta nella sala dedicata all’età sforzesca (n. 7).

In origine essa era destinata all’esterno della Cattedrale, sul fianco nord: tuttavia, come indica anche un documento d’archivio che la definisce “perfecta”, la sua elevata qualità indusse la Veneranda Fabbrica a collocarla in Duomo, prima su un altare e poi, per volontà dell’arcivescovo Carlo Borromeo, sopra un pilone nel braccio meridionale del transetto.

Scolpita, a differenza della quasi totalità delle statue del Duomo, in marmo di Carrara, fornito dall’artista, l’opera raffigura la santa martire paleocristiana come una fanciulla dall’espressione assorta, abbigliata con una veste legata sotto il petto da una sottile fusciacca e completata da un manto fissato sulla spalla sinistra con un fermaglio. I piedi sono cinti da calzari, mentre la mano sinistra, priva del mignolo, regge un piccolo agnello, emblema della purezza e del sacrificio di sant’Agnese; la mano destra invece è mancante, e in origine reggeva un ramo di palma in ottone dorato. Dello stesso materiale era anche il perduto diadema che adornava i capelli, raccolti in un’elaborata acconciatura a due code.

Considerata uno dei capisaldi del percorso di Benedetto Briosco, scultore attivo oltre che in Duomo anche presso la Certosa di Pavia, la “Sant’Agnese” è indicata dagli studiosi come esempio rappresentativo della transizione, nella scultura milanese di fine Quattrocento, da forme ancora goticheggianti verso un classicismo di stampo rinascimentale: a quest’ultimo rimandano infatti sia la compostezza e la solennità della figura sia la resa naturalistica dei panneggi, probabilmente derivanti dalla conoscenza diretta delle opere veneziane di Pietro Lombardo e Andrea Rizzo.

Si veda, a tale proposito, l’affinità della “Santa Agnese” con le due “Virtù” collocate sul primo ordine del monumento funebre al doge Nicolò Tron, eseguito nel 1476 da Antonio Rizzo per la Basilica dei Frari di Venezia e ritenuto per imponenza, struttura architettonica e numero di statue il maggiore lavoro di scultura rinascimentale della città lagunare.