La statuetta in terracotta patinata, databile forse all’ultimo quarto del Seicento e raffigurante un “Santo sul rogo”, è oggi esposta in Museo nella sala intitolata alla Galleria di Camposanto (n. 14), luogo nel quale dal Seicento in poi la Veneranda Fabbrica ha custodito i gessi e le terrecotte preparatori delle statue elaborate per il Duomo.
L’opera rappresenta il santo come un giovane dallo sguardo sofferente, con il capo dalla folta chioma reclinato all’indietro verso la sua sinistra.
Il personaggio è parzialmente coperto da un drappo, appoggiato sulla spalla e sul braccio sinistro, mutilo all’altezza dell’avambraccio, che ricade a terra sul retro e torna davanti tenuto al petto dalla mano destra, a coprire appena il bacino.
Il santo risulta stante su un rogo infuocato, che poggia a sua volta su un basamento circolare.
Realizzato da uno scultore ignoto come modello per una versione marmorea destinata alla Cattedrale, secondo gli studiosi il “Santo sul rogo” esprime una sofferenza e una tensione controllate, ben lontane dall’ostensione dei sentimenti seicentesca, teatrale e spesso patetica. In particolare il viso, con il profilo del naso classicheggiante
e le orbite oculari molto ampie, acquista una connotazione quasi idealizzata, che dialoga a fatica con i modelli tipici della seconda metà del Seicento; maggiori riscontri sembrano emergere dal confronto con esemplari ben più tardi, come il primo modello della “Madonnina” di Giuseppe Perego (1768), custodito in Museo nella sala dedicata alla statua simbolo del Duomo (n. 16).