La scultura in gesso, datata 1876 ed esposta in Museo nella sala dedicata all’Ottocento (n. 17), è il modello preparatorio della statua marmorea di “Sant’Orsola”, eseguita nel 1877 da Giuseppe Grandi per il capitello di un pilone del Duomo.
A Grandi, maestro della scultura ottocentesca che nel famoso “Monumento alle Cinque giornate” (1883-1891) avrebbe celebrato l’epica lotta dei milanesi contro gli austriaci avvenuta nel 1848, la Veneranda Fabbrica chiese di ritrarre sant’Orsola, principessa bretone del IV secolo trafitta da una freccia per essersi rifiutata di sposare il barbaro Attila, re degli Unni.
Lo scultore rappresenta la santa come una giovane donna dai lunghi capelli mossi, parzialmente raccolti e suddivisi in due bande sulla fronte. Vestita con una tunica senza maniche, completata da un manto che ricopre spalla e braccio sinistro, la santa incrocia le mani sul petto volgendo in alto il viso, leggermente spostato verso la sua destra: gli occhi fissano il cielo e la bocca è semiaperta. I piedi, scalzi, poggiano su un sottile basamento.
Gli studiosi riconoscono nella “Sant’Orsola” un’importante opera della maturità dell’artista, sottolineandone la modellazione sintetica e pittorica dal taglio sicuro, che blocca in volumi netti la resa vibrante delle superfici.
I documenti d’archivio raccontano che la trasposizione dal gesso al marmo fu ostacolata da problemi legati alla situazione economica di Grandi, al quale nel 1876 furono sequestrati tutti i beni. Per favorire l’artista, la Fabbrica decise allora di far realizzare la statua a sue spese, pagando a Grandi solo il modello e lasciandogli comunque il merito dell’opera.
Prima della “Sant’Orsola”, lo scultore aveva già realizzato un’altra scultura per il Duomo, raffigurante “Santa Tecla” (1869) e ancora oggi collocata all’esterno della Cattedrale, sul fianco meridionale. Il relativo modello in gesso, eseguito tra 1868 e 1869, è anch’esso esposto presso il Museo.