Modelli scultorei

Sant’Ottato martire

di Sangiorgio Abbondio (Milano, 1798-1879)

Cronologia: 1845

Misure cm: 88 × 30 × 25

Materia e Tecnica: Gesso a tuttotondo

N. Inventario: MS356

Il modello in gesso è oggi esposto in Museo nella sala intitolata alla Galleria di Camposanto (n. 14), luogo nel quale dal Seicento in poi la Veneranda Fabbrica ha custodito i gessi e le terrecotte preparatori delle statue elaborate per il Duomo.

Datata 1845, l’opera raffigura “Sant’Ottato martire”, ucciso nel IV secolo per avere difeso la sua fede in Dio.

Il santo è rappresentato come un uomo con barba bipartita e lunga chioma, dallo sguardo solenne ribassato.

Abbigliato con un una tunica e un manto dagli ampi panneggi, egli reca nella mano sinistra la palma del martirio; la destra è invece portata al petto.

Stante su un basamento poligonale con inscritto il suo nome, il santo poggia il peso sulla gamba sinistra, mentre la destra risulta flessa e in posizione arretrata.

Eseguita come modello per una versione marmorea destinata al gugliotto Pestagalli del Duomo, progettato nel 1845, la scultura è stata ricondotta dagli studiosi ad Abbondio Sangiorgio. Milanese, dopo la formazione presso l’Accademia di Brera, nel 1825 egli ricevette l’importante commissione per la sestiga scultorea a coronamento dell’Arco della Pace. Fuso in bronzo nel 1831, il gruppo rappresenta la dea della Pace su un carro trainato da sei destrieri ed è tuttora visibile.

Artista prediletto dall’aristocrazia e dall’alta borghesia di Milano, Sangiorgio lavorò per la Cattedrale dal 1823 al 1865, realizzando opere destinate sia all’arredo scultoreo del Duomo sia agli edifici attigui, come per esempio la statua della “Notte” per la decorazione dell’orologio del palazzo della Veneranda Fabbrica.

Fra le sue sculture più note per la Cattedrale spicca quella raffigurante “San Napoleone” (1860), collocata presso uno dei finestroni del fianco meridionale. Il relativo modello in gesso, risalente al 1858, può essere ammirato in Museo nella sala dedicata all’Ottocento (n. 17).