Vetrate

Soldati della milizia papale

di Rinaldo di Fiandra (documentato a Milano nel 1571-1572) su cartone di Pellegrino Pellegrini detto il Tibaldi (Puria di Valsolda, 1527 - Milano, 1596)

Cronologia: 1572

Misure cm: 118 × 60,5

Materia e Tecnica: Vetro, grisaglia, giallo d’argento e piombo

N. Inventario: V32

L’antello, databile al 1572, proverrebbe secondo gli studiosi dalla vetrata di “Santa Maria della Neve”, decorante il finestrone conclusivo del fianco meridionale del Duomo (verso l’Arcivescovado).

Comprendente anche episodi relativi alle vite delle sante Tecla e Agnese, la vetrata fu terminata nel 1572 dal maestro fiammingo Rinaldo di Fiandra su cartone preparatorio di Pellegrino Pellegrini detto il Tibaldi: pittore e dal 1567 architetto del Duomo, con le sue opere e i suoi progetti egli fu fedele interprete della volontà dell’arcivescovo Carlo Borromeo di trasformare la Cattedrale secondo i dettami della Controriforma. In seguito, tra 1897 e 1905, la vetrata fu rifatta da Pompeo Bertini e suo figlio Guido.

Per quanto riguarda l’antello con i “Soldati della milizia papale”, rimosso dal Duomo per ragioni conservative ed esposto in Museo dagli anni Cinquanta, oggi nella sala dedicata all’arte vetraria (n. 9), esso rappresenta appunto un corteo di armigeri a servizio del pontefice, armati di alabarde e colti in pose differenziate.

Abbigliati con corazze, camicie dalle maniche a strisce rosse e verdi e cappelli piumati, i soldati rivolgono lo sguardo verso la destra della scena: è infatti molto probabile che l’antello costituisca un dettaglio di una composizione perduta, raffigurante il “Miracolo del tracciamento della pianta di Santa Maria Maggiore da parte di papa Liberio”.

Il 5 agosto del 352 d.C., infatti, in seguito a una visione della Madonna papa Liberio decise di far erigere una basilica a lei dedicata sul colle Esquilino, dove la notte precedente si era verificata una straordinaria nevicata.

Dal punto di vista conservativo, l’antello si trova in buono stato nonostante la ripresa dei contorni e il rimpiazzo di vetri mancanti. Ciò è particolarmente evidente in basso al centro, dove si individuano tessere rosse e rosacee inserite tra i corpi dei due soldati (ma anche tra il busto e il collo del soldato in alto a sinistra), e in alto al centro, in una zona un tempo occupata dalla figura di un armigero e oggi caricata di tessere di rimpiazzo antiche di altra provenienza.

Lo stesso succede nella parte alta dell’antello, in cui si individua il disegno di una mano, una testina di angelo musicante e una tessera bianca dipinta con il giallo d’argento e raffigurante due testine di putto. Inoltre, nel corso di un recente restauro sono stati eliminati i piombi di sutura presenti sui volti dei due soldati di sinistra.