Splendente di materiali preziosi quali l’argento e il cristallo di rocca, questo tronetto fu commissionato nel 1595 dall’arcivescovo Federico Borromeo per l’esposizione del Santissimo Sacramento sull’altare maggiore del Duomo.
Eseguito fra il 1600 e il 1630 circa dall’orafo milanese Giovanni Battista Perego, dal 2013 esso è esposto in Museo nella sezione dedicata al Tesoro della Cattedrale (sala n. 2).
L’opera è costituita da un basamento ligneo sul quale poggia un “suolo” in cristallo di rocca, decorato da cinque teste di cherubino in argento dorato: ai lati di quest’ultimo, due angeli in argento reggono un vassoio a poligono ovale dello stesso materiale, destinato a esporre l’ostia consacrata.
In parte modificato nel 1743, il tronetto fu realizzato da Perego su un modello dello scultore Giovanni Andrea Biffi, con molta probabilità disegnato da Giovanni Battista Crespi detto il Cerano, sensibile interprete artistico del clima della Controriforma. Secondo gli studiosi, la sua mano risulta evidente in particolare nello stile dei due angeli, vivacemente plastico e carico di effetti emotivi.
Le due figure, inoltre, sono state anche messe in relazione con modelli collegati a prototipi dello scultore Annibale Fontana, elegante manierista lombardo ammirato da Federico Borromeo.
Più di mezzo secolo dopo la sua realizzazione, il tronetto del Duomo ispirò l’orafo tedesco Hans Jacob Bauer II per il suo repositorio destinato alla chiesa evangelica di Santa Croce ad Augusta (1675), con due angeli che reggono la teca a forma d’arca dell’Alleanza.