Deposito

Un cavaliere

di Fontana Lucio (Rosario de Santa Fé, 1899 - Comabbio, 1968)

Cronologia: 1951-1952

Misure cm: 49 × 34 × 44

Materia e Tecnica: Gesso patinato a tuttotondo

N. Inventario: DMS19

Il modello in gesso patinato, oggi custodito presso i depositi della Fabbrica, fu eseguito fra il 1951 e il 1952 da Lucio Fontana per la quinta porta del Duomo, cioè la prima a destra guardando la facciata.

Nel 1950 la Fabbrica aveva infatti indetto un concorso nazionale per la realizzazione della porta, l’ultima mancante dopo quella centrale di Lodovico Pogliaghi (1906) e le tre laterali di Arrigo Minerbi, Giannino Castiglioni e Franco Lombardi (1948-1950).

Ciascun partecipante era tenuto a presentare un bozzetto della porta in scala ridotta, avente come tema “Origine e vicende del Duomo”, e un particolare di dimensioni reali, entrambi in gesso; la proposta di Fontana, maestro italo-argentino dello Spazialismo celebre in tutto il mondo per i suoi “Tagli”, risultò essere fra le sette giudicate migliori, insieme a quella, fra le altre, di Luciano Minguzzi.

Tuttavia, pur riconoscendone l’elevato valore artistico, la commissione giudicatrice del concorso temeva che la modernità dello stile di Fontana, sospeso tra figuralità e astrazione, avrebbe potuto “turbare violentemente” l’equilibrio della facciata della Cattedrale: così, impossibilitata a individuare un vincitore, la Fabbrica istituì un secondo grado di concorso, al quale parteciparono Fontana, Luciano Minguzzi ed Enrico Manfrini.

Tra 1951 e 1952 Fontana realizzò così un’altra formella al vero (“Bombardamento di Milano”), tre studi di personaggi (“Un frate”, “Un nobile” e “Un cavaliere”) e un nuovo bozzetto della porta in gesso, questa volta dotato di intelaiatura.

Il modello raffigurante “Un cavaliere” descrive il soggetto come un uomo di profilo sul suo destriero impennato.

L’animale ha il muso rivolto verso l’alto quasi in verticale, e poggia solo le zampe anteriori a terra su un basamento bronzeo. Quest’ultimo è collocato a sua volta su una base più grande di forma poligonale.

Il modello è identificabile come lo sviluppo in dimensione maggiore della figura di cavaliere proveniente dalla formella della porta intitolata “L’arcivescovo Antonio da Saluzzo promulga la bolla di fondazione del Duomo”.

A differenza degli altri particolari presentati da Fontana per il secondo grado del concorso per la porta, il “Cavaliere” si sviluppa a tutto tondo, rivelando l’attenzione dell’artista per l’indagine di pose particolarmente espressive.

In questa ricerca Fontana sembra rifarsi in maniera puntuale a una fonte iconografica: il piccolo bronzetto
equestre, di ambito leonardesco, conservato presso il Szépmuvészeti Múzeum di Budapest, rispetto al quale emergono affinità di concezione plastica.

In particolare, non potendo rivolgersi il muso del cavallo verso l’interno, nel gesso fontaniano le ragioni compositive portano a un’ulteriore estremizzazione: la posa dell’animale è infatti tesissima, nell’innaturale curvatura che doppia lo slancio dinamico del cavaliere.