La scultura, datata 1971 e custodita presso i depositi della Fabbrica, è la fusione bronzea postuma dell’esemplare in gesso patinato eseguito fra il 1951 e il 1952 da Lucio Fontana per la quinta porta del Duomo, cioè la prima a destra guardando la facciata.
Nel 1950 la Fabbrica aveva infatti indetto un concorso nazionale per la realizzazione della porta, l’ultima mancante dopo quella centrale di Lodovico Pogliaghi (1906) e le tre laterali di Arrigo Minerbi, Giannino Castiglioni e Franco Lombardi (1948-1950).
Ciascun partecipante era tenuto a presentare un bozzetto della porta in scala ridotta, avente come tema “Origine e vicende del Duomo”, e un particolare di dimensioni reali, entrambi in gesso; la proposta di Fontana, maestro italo-argentino dello Spazialismo celebre in tutto il mondo per i suoi “Tagli”, risultò essere fra le sette giudicate migliori, insieme a quella, fra le altre, di Luciano Minguzzi.
Tuttavia, pur riconoscendone l’elevato valore artistico, la commissione giudicatrice del concorso temeva che la modernità dello stile di Fontana, sospeso tra figuralità e astrazione, avrebbe potuto “turbare violentemente” l’equilibrio della facciata della Cattedrale: così, impossibilitata a individuare un vincitore, la Fabbrica istituì un secondo grado di concorso, al quale parteciparono Fontana, Luciano Minguzzi ed Enrico Manfrini.
Tra 1951 e 1952 Fontana realizzò così un’altra formella al vero (“Bombardamento di Milano”), tre studi di personaggi (“Un frate”, “Un nobile” e “Un cavaliere”) e un nuovo bozzetto della porta in gesso, questa volta dotato di intelaiatura.
La scultura raffigurante “Un nobile” descrive il soggetto come un gentiluomo in abiti cortesi, dallo sguardo fiero rivolto verso la sua sinistra.
La mano sinistra poggia sul fianco corrispondente, mentre la destra aperta emerge dallo sfondo neutro della formella rettangolare.
Il personaggio è identificabile come lo sviluppo in dimensione maggiore della figura di Gian Galeazzo Visconti (1351-1402), signore di Milano che nel 1386 esprime la volontà di edificare il nuovo Duomo e l’anno successivo istituisce la Veneranda Fabbrica, con il compito di seguire la progettazione e costruzione della Cattedrale.
Nella figura, proveniente dalla formella della porta che rappresenta la posa della prima pietra del Duomo, Fontana riserva una grande attenzione alla resa del costume: l’atteggiamento cortese, ispirato ai cicli rinascimentali degli uomini illustri, si sostanzia anche nella resa attenta degli indumenti.
Questa cura, pur nella resa estremamente sintetica e magmatica della scultura fontaniana, spicca nei dettagli incisi sul busto o nella catena che adorna il collo del personaggio.
Con una definizione plastica che si sostanzia nella tridimensionalità quasi totale, il “Nobile” appare staccato
dal piano di fondo, e il proiettarsi delle ombre contribuisce al senso del rilievo e della vibrazione pittorica.
Il concorso per la quinta porta del Duomo si concluse formalmente nel 1952, con una vittoria alla pari di Fontana e del collega Luciano Minguzzi: cinque anni dopo quest’ultimo fu scelto per l’effettiva realizzazione dell’opera, mentre le più moderne proposte di Fontana sarebbero state giudicate incompatibili con lo stile generale del Duomo.
Tuttavia, consapevole del loro grande valore artistico, fra 1971 e 1972 la Veneranda Fabbrica decise di far fondere in bronzo i bozzetti e le formelle per salvaguardarne l’integrità: nei primi anni Duemila essi sono stati concessi in deposito al Museo Diocesano di Milano, dove sono tuttora esposti.