La statuetta in terracotta è oggi esposta in Museo nella sala intitolata alla Galleria di Camposanto (n. 14), luogo nel quale dal Seicento in poi la Veneranda Fabbrica ha custodito i gessi e le terrecotte preparatori delle statue elaborate per il Duomo.
L’opera rappresenta la “Vergine Annunciata” in posizione frontale, mentre volge il viso dalla fisionomia delicata alla sua destra, in direzione dell’arcangelo Gabriele che le porta il messaggio della nascita di Gesù.
Abbigliata con velo, tunica e manto dai morbidi panneggi minuziosamente delineati, la Madonna è mutila di entrambe le mani e poggia su un basamento circolare.
In base ai documenti d’archivio, gli studiosi hanno ricondotto la “Vergine Annunciata” a Dionigi Bussola, artista lombardo che, assunto dalla Fabbrica nel 1645, divenne il maggiore scultore operante per il Duomo in quel secolo, giungendo a ricoprire nel 1658 la carica di protostatuario (cioè scultore capo).
Nello specifico, la “Vergine Annunciata” fu eseguita entro il 1659 come modello per una versione marmorea destinata a uno dei piloni laterali della cappella della Madonna dell’Albero, posta nel capocroce nord della Cattedrale e capolavoro barocco a cui nel Seicento lavorarono i principali scultori della Fabbrica. Tra essi, oltre a Bussola, si ricordano Gaspare Vismara, Giovan Pietro Lasagna, Andrea Prevosto e Giovan Battista Maestri detto il Volpino.
In aggiunta alla statua marmorea della “Vergine Annunciata”, terminata da Bussola nel 1661, l’artista realizzò anche quella dell'”Arcangelo Gabriele” (1661-1663), collocata sull’altro pilone della cappella.