Modelli scultorei

Vergine Assunta

di Perego Giuseppe (?, 1711/1715 - Milano, 1789)

Cronologia: 1769-1770

Misure cm: 53 × 25 × 16

Materia e Tecnica: Terracotta patinata a tuttotondo

N. Inventario: MS682

Raffigurante la “Vergine Assunta” e databile fra il 1769 e il 1770, il modello in terracotta patinata fu l’ultimo a essere realizzato come prova preparatoria per la Madonnina del Duomo, statua simbolo della Cattedrale che dal dicembre 1774 protegge Milano dall’alto della guglia maggiore.

Oggi esposto in Museo nella sala dedicata appunto alla Madonnina (n. 16), il modello ritrae Maria che ascende al cielo in piedi su una nuvola: mutila della testa, della mano sinistra e del braccio destro, la figura è abbigliata con una tunica e un manto che creano un gioco di ampi panneggi, particolarmente evidente all’altezza dei fianchi.

L’opera si deve a Giuseppe Perego, scultore attivo per il Duomo dal 1754 che, durante il suo percorso, mostrò sempre una duplice personalità artistica, oscillante tra la rielaborazione delle proprie esperienze giovanili, condotte presso il cantiere della Cattedrale insieme a maestri quali Giovanni Battista Dominione, Carlo Francesco Mellone ed Elia Vincenzo Buzzi, e il linguaggio manieristico.

Grazie alle fonti d’archivio, è stato possibile accertare che il modello fu il terzo e ultimo elaborato da Perego, vincitore del concorso ufficiale indetto nel 1765 dalla Veneranda Fabbrica per l’esecuzione della Madonnina: infatti, dopo il rifiuto di un primo modello nel quale la Vergine appare sorretta da angeli e cherubini (1768, anch’esso in Museo), entro il 1770 lo scultore ne realizzò altri due, uno con due angeli e l’altro, appunto, rappresentante la sola Vergine Assunta.

Quest’ultimo fu accolto dalla Fabbrica, che nel frattempo aveva commissionato all’intagliatore Giuseppe Antignati un modello ligneo a grandezza naturale dell'”Assunta”. Di esso è oggi esposto in Museo il busto, insieme all’intelaiatura in ferro sulla quale l’orefice Giuseppe Bini applicò le lastre di rame sbalzato e poi dorato costituenti la versione finale della Madonnina, come accennato collocata sulla guglia maggiore nel dicembre 1774.

Secondo gli studiosi, l’ultimo modello di Perego si differenzia dal primo per il recupero di una compattezza di forme in cui la veste e il manto dagli ampi panneggi non interferiscono: la Vergine non appare più sospinta in un movimento verticale, ma è caratterizzata invece da un respiro classico derivato dalla scultura lombarda del tardo Cinquecento, sicuramente più apprezzato dalla Fabbrica rispetto alla grazia rococò della prima proposta.

In particolare, nell’eseguire il terzo modello Perego si sarebbe ispirato all'”Assunta” scolpita fra 1583 e 1586 circa da Annibale Fontana per l’altare della Madonna Miracolosa nella chiesa milanese di Santa Maria presso San Celso.

La statua in rame dorato della Madonnina mantiene una sostanziale adesione al modello di Perego. Prima del suo posizionamento definitivo l’orafo Bini dovette tuttavia realizzare, su incarico della Fabbrica, una nuvola più grande con teste di angeli per ricoprire quella già posizionata alla base della figura dell’Assunta.